Il Messaggero Opere pubbliche sforbiciate dopo la revisione del progetto

Ridimensionato l’«Ecomostro» di uffici, alberghi e negozi, l’accordo Roma-Campidoglio del 24 febbraio scorso ha fatto calare la mannaia anche sulle infrastrutture pagate dai privati. Ammesso che si faccia, non saranno loro a finanziare il ponte carrabile sul Tevere e dalle carte del progetto è stato depennato il prolungamento della metro B.

Nel progetto originario del 2014 erano previste opere pubbliche per 270 milioni di euro. Tutti a carico dei proponenti. Nella delibera approvata a giugno dall’Assemblea capitolina restano 120 milioni: 80 milioni per le opere di pubblica utilità (il rifacimento dell’Ostiense-Via del Mare, due collegamenti per pedoni e ciclisti, interventi anti-inondazione), più altri 45 milioni come contributo di costruzione per potenziare la ferrovia Roma-Lido. E i fondi per i trasporti potrebbero essere dirottati altrove. La delibera comunale consente di impiegare «la parte residua del contributo, in tutto o in parte, per eventuali maggiori costi» di altre infrastrutture.

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