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Calciopoli: Cassazione, prescrizione per Moggi e Giraudo

Luciano Moggi
Luciano Moggi

Assolti gli arbitri Bertini e Dattilo, rigettati i ricorsi di Andrea e Diego Della Valle. De Santis, condanna confermata: “Grossa delusione”

Prescritti ma non assolti: la prescrizione è calata sulla maggior parte del processo Calciopoli. Prescritta l’associazione a delinquere contestata all’ex dg della Juventus Luciano Moggi e all’ex ad bianconero Antonio Giraudo; poco o nulla rimane delle contestazioni di frode sportiva, se non qualche aspetto risarcitorio per le parti civili; scagionati da ogni accusa gli ex arbitri Paolo Bertini e Antonio Dattilo; confermata la condanna a 10 mesi di reclusione (pena sospesa) per l’ex arbitro Massimo De Santis, che aveva rinunciato alla prescrizione. Dopo sei ore di camera di consiglio così si è concluso in Cassazione il processo che aveva messo a soqquadro il mondo del pallone: nove anni di udienze lasciano un pugno di mosche in mano all’accusa del processo Calciopoli e non cancellano dubbi e certezze di una vicenda che ha avvelenato il calcio italiano.

La sentenza Cassazione è arrivata per dire che tutto quanto accaduto era fuori tempo massimo. Quanto basta per rivalutare la tanto vituperata giustizia sportiva che nel 2006 invece aveva già emesso i suoi verdetti. Rimane aperta, in attesa delle motivazioni, la lite tra la Federcalcio e la società bianconera, che ha chiesto un risarcimento di 443 milioni alla federazione.

“Abbiamo scherzato per nove anni: il processo si è risolto nel nulla, solo tante spese. E’ stato accertato che il campionato era regolare, regolari i sorteggi e le conversazioni co le schede estere non ci sono state”, ha commentato a caldo Moggi. Per Bertini è stato “un processo tragico” e anche se lui è stato assolto ne è uscito “molto provato”. Deluso invece De Santis, che si sente “discriminato” come “unico arbitro condannato”.

La decisione della terza sezione penale ha accolto le richieste del pg della suprema corte Gabriele Mazzotta, che aveva chiesto di confermare “l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata a condizionare i risultati delle partite, le designazioni arbitrali, le carriere dei direttori di gara, e l’elezione dei vertici della Lega calcio”. Per Mazzotta erano da convalidare le sentenze di secondo grado, ad eccezione di alcuni episodi di frode sportiva e delle condanne di Bertini e Dattilo. Mazzotta inoltre ha descritto la “struttura associativa” contestata, “nella quale tutti si ritrovavano ad attentare ai risultati delle singole partite ma anche a dare appoggio a Carraro, candidato al vertice della Figc, o a pilotare dossier contro i Della Valle, ‘colpevoli’ di volere un altro presidente alla guida della Lega. E si interferiva anche nella progressione delle carriere degli arbitri”.

Certo della bontà del lavoro della giustizia sportiva il prof.Piero Sandulli, nel 2006 presidente della Corte federale della Figc che avevo emesso i verdetti su Calciopoli: “In attesa della motivazione, mi sembra confermata l’esistenza della vicenda e sottolineerei invece che già nove anni fa la giustizia sportiva era arrivata agli stessi risultati, determinando il ripristino della legalità sportiva”. Ora la Cassazione ha 90 giorni di tempo per pubblicare le motivazioni.

Fonte: Repubblica.it

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