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LA REPUBBLICA Pareggio in extremis e fischi a De Rossi. Ljajic ammette: “Brutta partita”

De Rossi
De Rossi

(F. Ferrazza) Uno stato di choc, quello vissuto dai tifosi della Roma, che a fine gara non sanno se fischiare o applaudire. Il gol in extremis diLjajic raddrizza un po’ le cose, inchiodando almeno il risultato sul 2-2, ma la delusione per l’occasione mancata bilancia la gioia per la rete del serbo. La prende bene Garcia, sul banco degli imputati per la formazione scelta. «Nessun rimpianto, ho una rosa ampia, una stagione non si può giocare in undici. Questa squadra ha un’anima. Con un uomo in meno abbiamo rimontato il risultato con due gol: eccezionale».

Nella serata di un’occasione fallita per avvicinare la Juve, non passano inosservati i fischi a Daniele De Rossi. Quei fischi che pesano come macigni sulle spalle del centrocampista. Espulso per doppia ammonizione dopo soli cinque minuti dall’inizio del secondo tempo, il giocatore si è sbrigato a uscire dal campo, dopo aver lasciato la fascia da capitano a Florenzi. Fischi che non si erano mai sentiti con tanta forza nei confronti del centrocampista, sempre coccolato dall’Olimpico anche quando radio private e social network raccoglievano il malumore nei suoi confronti. Ma il nervosismo di Daniele e quel doppio giallo che ha lasciato in mezzo alle difficoltà una Roma sotto di due gol, è inevitabilmente figlio di un periodo pesante, che ha portato il suo nome sulle pagine di cronaca. Prima l’arresto della ex moglie, Tamara Pisnoli, accusata di concorso in sequestro e sevizie nei confronti di un imprenditore romano, donna con la quale il giocatore ha una figlia di nove anni, Gaia, ieri in tribuna a tifare il papà accanto alla nonna. Poi le intercettazioni, con il nome di De Rossi che finisce tra le carte dell’inchiesta “Mafia Capitale”. Una telefonata a Giovanni De Carlo, uno dei boss della cupola romana, chiamato dal ragazzo per avere protezione dopo una lite all’interno di un locale tra Benatia e un ragazzo, è negli atti della magistratura. Niente di rilevante ai fini dell’inchiesta, ma quanto basta per catapultare il giocatore, sempre molto riservato, di nuovo sulle pagine dei giornali non sportivi. E sufficiente a non farlo stare sereno in campo. In queste ore il numero sedici dovrebbe dire la sua. Intanto sarà costretto a non partecipare alla trasferta di Genova perché squalificato e partirà, molto probabilmente, dalla panchina mercoledì, contro il City. Si gode, intanto, la doppietta, Ljajic«Una partita difficile, con il secondo tempo in dieci. Ma non siamo contenti, abbiamo giocato male, ma ora dobbiamo guardare avanti e pensare alla Champions».

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