Prove tecniche di derby sotto lo sguardo di trecento tifosi ammessi eccezionalmente sulle tribune del “Di Bartolomei” e in religioso silenzio mentre Totti & C. eseguivano i compiti sul rettangolo verde. Andreazzoli (che alla fine si ferma a firmare autografi per tutti) sa di giocarsi una bella fetta del suo futuro come primo allenatore della Roma e non vuol lasciare niente al caso. Una vittoria sui cugini d’oltre Tevere rilancerebbe la sua candidatura alla guida della Roma anche per la prossima stagione. Un pareggio o peggio ancora una sconfitta, farebbero precipitare irrimediabilmente le sue chance. Colpa soprattutto dei suoi giocatori che lo hanno “tradito” nell’inspiegabile e mortificante sabato di Pasqua alla Favorita. (…) Dunque 3-5-2 molto abbottonato per non dare alla Lazio troppo spazio per le ripartenze, e magari qualche piccola variazione sul tema per allungarsi ma non troppo verso la porta di Marchetti.
Da sottolineare come, nel corso degli allenamenti di questi giorni, Andreazzoli ha spesso modificato sul campo la posizione del bosniaco. Da primo costruttore del gioco, un po’ alla Pizarro come nelle migliori versioni della Roma spallettiana, a vero e proprio rifinitore spostandosi venti-trenta metri in avanti e in grado così di essere più presente in zona assist e gol. Un cambio di strategia e di assetto che, con questi giocatori, Andreazzoli può operare in ogni momento della partita e che la stessa squadra può interpretare in automatico a seconda delle situazioni di gioco.
Fonte: Corriere Dello Sport