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AS ROMA Sensibile: “Ottimo rapporto con Sabatini, ma per ora non c’è nulla”

Pasquale Sensibile

L’ex ds della SampdoriaPasquale Sensibile, indicato da più parti come l’erede naturale di Sabatini, nel momento in cui il direttore sportivo della Romadovesse lasciare Trigoria, ha rilasciato una lunga intervista toccando diversi argomenti di stretta attualità.Ecco le sue parole:

In questi giorni si è parlato di un suo possibile arrivo a Roma al fianco di Walter Sabatini. Sono voci attendibili? C’è questa possibilità?

“No, io ho già avuto modo di dire a un intervento a Sky la settimana scorsa che questa cosa è una voce che ciclicamente viene fuori. Io quando due anni fa sono venuto via da Novara prima che venisse fuori la possibilità della Sampdoria era già circolata questa voce. Non mi stancherò mai di dire qual è il mio rapporto personale di grandissimo affetto e di grandissima stima con il direttore, con il quale ho contatti quotidiani. Ho buonissimi rapporti in conseguenza a questa mia relazione anche con tutta la dirigenza della Roma, ma al momento non si è mai parlato di questa eventualità. Anche perché credo in questo momento la Roma debba rimanere, come sta giustamente facendo, concentrata su questo finale di stagione che credo valga molto di più di una eventualità simile”.

Lei è in contatto con altre società attualmente?

“In questo momento io non sono stato contattato da nessuna società, da qualche giorno circolano voci sul Padova, sul Pescara, un mesetto fa era uscito un articolo sulla questione legata al Torino, nel senso che su Tutto Sport una mattina uscì un articolo secondo cui il presidente Cairo mi stava dedicando dei pensieri ma io non ho ricevuto il ben che minimo approccio ufficiale, io poi sono molto preciso su queste cose, a me se chiamano cento giornalisti o cinquanta procuratori a me è come non avere ricevuto nessuna telefonata, quando mi chiamano dei dirigenti allora comincio a considerare le cose potenzialmente concrete. Ad oggi questo non è accaduto. Le telefonate con Walter Sabatini sono cinque, sei, otto, dieci al giorno tutti i giorni ma telefonate in cui ci scambiamo un’opinione, telefonate in cui ci aggiorniamo su un numero di telefono su un contatto quindi quelle non le considero come telefonate della Roma le considero le telefonate con un amico”.

Lei conosce qualche nome che Sabatini sta trattando per la Roma?

“Ci mancherebbe altro se io mi permetto di fare una cosa di questo tipo, noi ci scambiamo tantissime informazioni e tantissime impressioni su tantissimi giocatori in tutto il mondo. Ci mancherebbe altro se io mi permetto di fare una cosa del genere. Non uscirà mai da me nessun tipo di nominativo”.

Come giudica il lavoro svolto fino ad ora a Roma da Sabatini?

“Io giudico il lavoro della Roma, perché non dimentichiamo che Sabatini si è inserito insieme a Franco Baldini e a Claudio Fenucci con l’avvento di una nuova proprietà. Si è voltata una pagina straordinariamente storica come quella legata alla famiglia Sensi, quindi credo che la Roma vada giudicata non tanto per il lavoro dei singoli dirigenti o dei singoli allenatori che purtroppo si sono succeduti in questi due anni, ma credo che sia una svolta epocale e credo che il percorso che ha intrapreso la Roma due anni fa’ meriti tantissimo rispetto meriti una pazienza che straordinariamente la piazza glia già riservato. Ci sono stati momenti difficili credo che poche dirigenze in Italia avrebbero avuto la capacità di rimanere così unite e compatte, sono state prese decisioni difficili talvolta anche impopolari ma l’unione di intenti e l’equilibrio con cui viene gestita la situazione per me dovrebbe far sentire al sicuro tutto il popolo romanista perché tanti dirigenti così bravi tutti insieme non credo che nessun club italiano possa annoverarli”.

Dove può arrivare secondo lei la Roma quest’anno e nelle prossime stagioni?

“Secondo me la Roma quest’anno ha il tempo e il potenziale per arrivare in Europa, in Europa può voler dir tutto, può voler dire quarto posto e secondo me, può voler dire ancora terzo posto, sicuramente l’Europa. Una società che sta lavorando in questo modo e che ha avuto il coraggio di intraprendere un cammino così nuovo e innovativo in Italia credo che non debba porsi dei limiti, poi stiamo parlando della Roma quindi non ci sono veramente limiti. Io credo che sia stato anche dichiarato dall’alta dirigenza giallorossa che l’obiettivo è diventare uno dei top club al mondo e credo che quella sarà la destinazione finale”.

Dove può ancora arrivare Totti e come giudica un suo possibile ritorno in nazionale?

“Inverto le risposte: sul ritorno in nazionale credo che sia veramente impossibile determinarlo, se ci riferiamo alla partecipazione al mondiale. Se ci riferiamo al momento che sta passando Francesco Totti, probabilmente meritava già di giocare ieri a Malta, perché quello che sta facendo Francesco Totti in questo momento sia merito anche a Mister Zeman perché probabilmente ha saputo toccare le corde giuste anche a livello di motivazione e, non vorrei essere frainteso, di risveglio della voglia di far fatica. Credo che Francesco Totti oggi in campo si diverta come si divertiva qualche anno fa e dà la sensazione di non fare ma i fatica e, quando si prova questa sensazione, si ha anche il coraggio e la spensieratezza per cercare le giocate più impensabili. Su dove può arrivare Francesco Totti? Io credo che avendo detto pochi minuti fa che la Roma non deve porsi dei limiti ed essendo lui da sempre il capitano della Roma e avendo lui raggiunto un mito del calcio come Nordhal pochissimo tempo fa, io credo che Francesco Totti senta quasi all’interno dei suoi pensieri una sfida con se stesso. Quindi credo che non gli si debba porre nessun limite, sarà lui a decidere quando fermarsi ma fino a quel momento lui può fare qualsiasi cosa. Questo è quello che penso io”.

Quale dei giovani della Roma l’ha sorpresa e colpita maggiormente?

“Indiscutibilmente Marquinhos, il difensore centrale. E’ un giocatore che ha una personalità e una padronanza dei propri mezzi fisici e tecnici fuori dal comune se messi in relazione all’età. Statisticamente i brasiliani solitamente hanno bisogno di un passaggio intermedio in un altro paese europeo, sono pochi, o comunque sono sempre meno, le situazioni in cui un brasiliano arrivato in Italia si è imposto subito. Credo che sia un unico caso: un brasiliano così giovane che arriva in Italia e si impone all’Olimpico con la maglia della Roma come sta facendo questo ragazzo, è straordinario. Oltretutto il direttore mi parla di un ragazzo dal punto di vista intellettuale e comportamentale straordinario e quindi credo che siamo di fronte veramente a un fenomeno che tra l’altro è una parola che io uso molto poco volentieri nel calcio”.

Un giocatore su cui Sabatini e la Roma hanno investito molto è Lamela. Dove può ancora arrivare e cosa può ancora fare?

“Guardi, eravamo ancora insieme a Palermo io e Sabatini quando si incominciavano a fare la prime considerazioni su Lamela. Quindi le dico che siccome Walter Sabatini è arrivato alla Roma un anno dopo che io sono andato via da Palermo, già un anno e mezzo prima Sabatini cominciava a fare dei pensieri su questo giocatore. Capisco benissimo il motivo per cui sia così affezionato sia al ragazzo che all’operazione, benché lui metta sempre le sorti della squadra e del club davanti ai suoi stati d’animo. Io credo che Erik Lamela sia un giocatore dalle potenzialità inespresse, adesso sta trovando anche una continuità che addirittura induce mister Andreazzoli talvolta a schierarlo in campo con mansioni più da centrocampista che da giocatore con propensione offensiva e lui sta rispondendo alla grande. Mi ha colpito pochissimo tempo fa quando sulle ripetute che mister Zeman faceva svolgere sui 1000, Erik Lamela aveva sconvolto dei dati che mister Zeman si porta dietro più o meno da dieci-quindici anni, forse di più. Allora se ci si trova di fronte a un giocatore con quelle qualità tecniche e quelle disponibilità fisiche, probabilmente siamo già a quota due quando parlo di giocatori straordinari nell’organico della Roma. E non sono gli unici. Essendo molto giovani ecco perché dico che la Roma ha cominciato un percorso due anni fa. Qualsiasi cambiamento porta dei momenti difficili, e la dirigenza della Roma ha avuto il coraggio di superare dei momenti difficili che sono costituzionali, che sono da mettere in preventivo. Ma dopo ogni tempesta torna il sereno e adesso credo che ci sia veramente un grandissimo futuro per il club giallorosso, questo è quello che penso”.

Fonte: laromasiamonoi.com

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