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IL ROMANISTA Da Agostino a Lojacono, da Maldera a Desideri: quando la bomba è giallorossa

Agostino Di Bartolomei

(F. Bovaio) – Un gol come quello segnato da Totti alla Juve l’altra sera ti fa saltare sulla sedia ed esclamare: “Che bomba!”. Un tiro da 113 chilometri all’ora che però non è una rarità nella storia del capitano (non nuovo a simili imprese) e della stessa Roma, che in passato ha avuto la fortuna di festeggiare tante altre volte botte di quel tipo che ora, senza avere la pretesa della completezza, cerchiamo di ricordare. Un viaggio della memoria a ritroso nel tempo che non può non cominciare dai tiri di Agostino, che dei suoi cinquanta gol in campionato in giallorosso ne ha realizzati quasi la metà con le sue proverbiali botte su punizione o nelle conclusioni da fuori. Di lui, tra i tanti, ricordiamo un tiro che piegò le mani al portiere del Napoli Castellini all’Olimpico dopo che, nella stessa partita, ma nel primo tempo, Ancelotti lo aveva stordito con una staffilata dal vertice dell’area che si era infilata all’incrocio dei pali. Quel match finì5-2 per i giallorossi, lanciati verso il loro secondo scudetto.

Una stagione, quella del 1982-83, che regalò un’altra rete simile di Di Bartolomei, quella indimenticabile nel 2-0 all’Avellino della terz’ultima giornata dopo la quale il capitano si inginocchiò con le braccia al cielo e la consapevolezza che il tricolore era ormai a portata di mano. Peccato che ai tempi di Agostino non ci fosse la possibilità di misurare la velocità del pallone come abbiamo oggi, perché altrimenti molte delle sue conclusioni sarebbero entrate di diritto nel guinness dei primati dei tiri più veloci e potenti della storia del calcio. Come lui anche Totti ha segnato spesso con grandi conclusioni da fuori, sia su calcio da fermo, sia su palle in movimento. Del primo tipo ricordiamo due punizioni per tutte: quella che fruttò l’1-0 alla Roma a Modena nella stagione 2002-03 e quella nella finale di ritorno della Coppa Italia di San Siro contro il Milan che lasciò di sasso Dida, al quale ne segnò anche un’altra nella stessa partita e una in quella di andata.

Su calcio da fermo, oltre a Totti e Di Bartolomei, la Roma ha avuto spesso altri specialisti nelle sue file. Negli Anni Sessanta uno di loro era Francisco Ramon Lojacono, argentino che nei piedi aveva il tritolo e che, spesso, scaricava bordate micidiali alle spalle dei portieri avversari. In tempi più recenti sono stati suoi emuli due terzini sinistri rimasti nel cuore dei tifosi: il mai troppo rimpianto Aldo Maldera e il norvegese Riise. Il primo fu protagonista di due splendide punizioni sempre nella fantastica stagione 1982-83, una in Coppa Uefa, sul campo dell’Ipswich Town, che fruttò alla Roma il passaggio del turno; l’altra in campionato contro il Pisa, all’Olimpico. Riise, invece, tirò una staffilata incredibile alle spalle di Curci nel finale di Siena-Roma del settembre 2009 segnando così il gol della vittoria per 2-1 dei giallorossi. Quel giorno in panchina esordiva Ranieri al posto del dimissionario Spalletti, che aveva lasciato la squadra la domenica precedente dopo una sconfitta casalinga per 3-1 contro la Juve, in una partita nella quale De Rossi aveva segnato il gol della bandiera con una bordata dalla trequarti che aveva sorpreso Buffon.

E le gare contro la Juve giocate nella Capitale devono ispirare particolarmente i giallorossi nelle bombe da fuori, visto che come Totti e De Rossi anche Desideri e lo stesso Di Bartolomei la punirono con dei veri e propri missili terra-aria. Il primo nel 3-0 con Eriksson della stagione 1986-87; il secondo nell’1-0 del 17 dicembre 1978. Come Totti l’altra sera, anche Desideri segnò nella porta sotto la Sud, la stessa nella quale Romeo Benetti fece un gol simile nel 4-0 rifilato al Perugia nel campionato 1979-80 (23 marzo 1980). Nell’altra porta, invece, segnò Batistuta nell’1-0 alla Fiorentina del campionato del terzo scudetto (2000-01). Un tiro dalla trequarti che trovò Toldo leggermente fuori dai pali, ma che in quanto a potenza aveva poco da invidiare alle altre che abbiamo ricordato in questo nostro racconto, figlio della memoria e delle emozioni che gol simili a quello segnato dal capitano alla Juve l’altra sera ci hanno regalato nella nostra ormai lunga vita di tifosi della squadra più bella del mondo

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