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ROMA-JUVENTUS. La Juventus secondo Kansas City 1927

Festeggiamenti Juventus

A poche ore dal match di questa sera tra Roma e Juventus, Kansas City 1927 ha pubblicato il suo articolo sulla partita sul suo profilo Facebook.

Stasera ce sta la Iuve, la vecchia Signora, a rubbentus, i gobbi, i più antipatici, che dopo un bagno de umirtà e de domiciliari ner Gange dela B, so tornati su, e mo, finarmente, so tornati antipatici. Già co noi non è che ce voja chissacché a risurtacce ostili, se poi pe anni e anni e anni t’amo accollato tutto quello che ner male e ner male rappresentavi, difficile approcciasse a sta gara sereni. Per anni e anni de lotte ar potere der Nord, quando Milan e Inte erano sì e no du folcloristiche rappresentative de padanismo ante legam, so stati loro i nemici, la squadra dei senza patria, la squadra de tutti e de nessuno, quella co più tifosi in Italia perché a Torino se tifa Torino, ma ar Sud se tifa pe chi te dà lavoro e ar Nord te fa salì. E però nessuna pietà pe chi rinnega se stesso. Motivo per cui, proprio de lunedì calcistico giova ricordare, er coro più bello, caruccio, sympa e sindacalista che mai tifoseria abbia dedicato ai tifosei avversi: er lunedì che umiliazione andare in fabbrica a servire il tuo padrone, o juventino, ciucciapiselli, di tutta quanta la famiglia Agnelli.

Con orgoglioso spirito operaio, ci approcciamo così alla contesa di giornata.

Buffon: tra na pubblicità e l’altra, tra un consio d’amministrazione e un pistolotto sull’etica e la responsabilità che mancano in questa società, no come quando c’era lui che l’etica era pulita e arrivava in orario, insomma ner mentre che mette a punto la discesa in campo a candidato premier, er (fu?) portiere più forte d’Italia, rimane navversario ostico. Non ce uniremo ar coro squallido e vorgare de quei miserabili che collegano er calo delle sue performance all’unione co la nota soubrette. Perchè noi diciamo no! ar pregiudizio, no! ar facile scandalismo, ma sinceramente sì! ar fatto che la nota soubrette je la ammolla. Sempre riconoscenti pe avecce fatto fa la valigia pe annà a Berlino insieme a Bergomi, va comunque ricordato che er portiere artrui ar quale amo intonato cori de 17 giugno 2001 mentre se guardava intorno nello stadio più bello der giorno più bello der campionato più bello ecc. ecc. da noi ncè voluto venì, motivo per cui, de norma, quanno lo vede Ercapitano lo purga. Quando ha marcato visita ha mannato quell’ingrato de Storari e so stati dolori. Se comportasse da Buffon all’Olimpico e a noi ce andrà bene.

Marchisio: arzi la mano chi non j’ha dato della pippa all’ultimi mondiali, ar grido de “Lippitefagiocàsolopercheseidaajuve”. Ora arzi la mano chi non j’ha dato della merda quando agli stessi mondiali fu colto co le mani nella marmellata e co la lingua nell’ignoranza a cantà “che schiava di roma ladrona” durante l’inno. Arzi na mano chi, all’ipotesi de scambio co Vuziniz de st’estate non ha detto “ma, boh, vabbè, però insomma, a noi ce servono i campioni o i sordi, no li scarti artrui”. Mo, non è dato sapè se trascorra ancora il suo tempo libero ala Festa della Polenta Infame co Carderoli e Cota, ma de sicuro non je se può più dì che è na pippa. Il ragazzo se applica, imposta, sventaja e segna pure, venendo per ciò accostato un giorno sì e l’artro pure ar vecchio Tardelli. Ecco, de urlo storico ce basta quello, quando ce va de rivedesselo annamo su youtube, non è er caso de mettese a fa remake stasera.

Pepe: giocatore importante, dala costanza notevole e dar carattere marcato. Sempre attento, sempre presente, quando i big match si profilano all’orizzonte dà il mejo de sè con grinta e determinazione. Campione forse sottovalutato a causa della presenza in squadra de tanti altri più appariscenti de lui, col passare degli anni s’è imposto come uno dei più autorevoli in Europa, riprendendose co gli interessi quello che je spetta. Meno male che gioca al Real Madrid e a noi la cosa non ce interessa (poi ce sta uno che è pure ex senza avé praticamente mai giocato co noi, un classico der veleno da spurgà. Spurgasse artrove).

Matri: noi, famelici consumatori de carcio, de esurtanze strane ne avemo viste, uuuh se ne avemo viste. E ner novero delle strane se ne elencano anche diverse decisamente brutte. Ma la sua francamente spicca pe inconsistenza e inutilità. Ma che è? Che me rappresenta? Chevvordì? Nistrionica bussata sulla spalla de namico immaginario? Nartistica rappresentazione dell’istancabile lavoro der picchio? Nanostalgica rimembrabza della rottura dell’ovetto fresco propedeutica all’assaggio? La fantasia non ce assiste oltre, ma a scanso de equivoci voremmo rassicurà er giovane, che ha permesso a Cellino de mettese er parquet pure ner lavandino e le finiture d’oro pure alle zeppole pe le gambe dei tavoli, sur fatto che ce piace restà cor dubbio, nonc e deve spiegà gnente e non ce servono esultanze didattiche proprio stasera.

Pirlo: sarà per la battuta sempre pronta, per la parlantina travolgente, per lo sguardo vispo e penetrante der tossico coll’occhio a mezz’asta, sarà per l’innata simpatia e la spiccata socialità che lo contraddistinguono, ma sto ragazzo c’ha nsacco de estimatori, e noi pure lo estimiamo assai, manco stessimo ar catasto. De quelli coi piedi come lui se dice che potrebbero giocà pure da fermi, ecco, lui e pochi altri potrebbero giocà pure da fermi, bendati, coi tappi alle orecchie e co metà corpo sepolto sotto ermanto erboso, e pure solo co du gambe fisse là in mezzo al campo saprebbe esse pericoloso. L’auspicio è che se distragga pe mettese a raccontà na barzelletta, a improvvisà un teatrino, na gheg, uno de quei lazzi che lui, showman sempre frizzante, c’ha ner dna.

Vidal: quello de cui la Juve c’aveva bisogno, un vento de freschezza dopo anni stantii. Rinvigorente e tonificante, da oggi disponibile anche nelle varietà Pino, Eucalipto e Semi di Lino, un bagnoschiuma pe tutta la famiglia.

Vucinic: peccato. L’avremmo salutato a braccia aperte. Javremmo battuto le mano. Javremmo spalancato autostrade verso la porta nostra co la consapevolezza, fondata sull’esperienza, che lui, ex romantico e romanista, se sarebbe magnato la qualunque. E lui puntuarmente c’avrebbe smentito. Eppure, ciononostante, sto core de latta marca visita.

Eppure, pare nsecolo fa, se semo voluti bene davero.

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