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LA REPUBBLICA Elkann: “Perché li fa lavorare tanto?”. E il ct esplode: “A Torino non lo chiedeva”

Conte
Conte

(F. S. Intorcia) – Il logorio dell’azzurro moderno riaccende la guerra fra Nazionale e Juventus. Anzi, fra Juventus e Antonio Conte: ormai, una faccenda personale. «Mi dà fastidio chi cerca di mettermi contro il mio passato», dice il ct. L’infortunio di Marchisio, alla fine meno grave di quanto creduto in un primo momento, ha scatenato i sospetti di John Elkann contro l’attuale ct, lo stesso uomo che raccolse le macerie bianconere per farne una squadra tre volte campione d’Italia.

«Bisogna capire come mai in Nazionale li fanno lavorare così tanto », ha insinuato il presidente di Fca.«Non mi ha mai fatto questa domanda quando allenavo la Juve», la replica piccata di Conte. «Perché da noi era un allenatore, lì dovrebbe fare il selezionatore. Se poi vuole passare alla storia come il ct con più infortuni…», la controreplica velenosa. Elkann ha dato voce ai malumori di tutto un club, che, fuori Pogba, ha temuto di perdere Marchisio nel momento clou della stagione, senza la certezza di riavere Pirlo dopo la sosta (restano Vidal e Pereyra, più Padoin e Sturaro).L’infortunio è stato traumatico, l’allenamento non era cominciato. Allegri ha incassato il colpo, ma ha smentito un tweet fasullo contro gli stage che gli era stato attribuito. Erano verissimi, invece, quelli dei tifosi juventini che osannavano Conte fino a pochi mesi fa e ora l’accusano d’aver fracassato il Principino. «Claudio si sarebbe fatto male in qualsiasi altro luogo, è giusto essere dispiaciuti, ingiusto arrabbiarsi», ha detto Buffon, duplice capitano, in veste di paciere.

La dirigenza bianconera, di tutt’altro avviso, attacca: conoscendo i metodi di Conte, gli rimprovera di non essersi limitato a un ruolo di selezionatore, lo ritiene responsabile di non aver gestito con parsimonia Marchisio, primo per partite giocate (38), terzo per minutaggio. I denigratori del ct ricordano pure una lunga sequenza di infortuni azzurri, saliti ora a 14, ma è un numero ingrossato da tutti coloro che sono arrivati in Nazionale già rotti e son tornati a casa.Quando Conte approdò alla Juve, invece, gli fu attribuito potere da taumaturgo: con lui non s’infortunava più nessuno, in una squadra che ormai aveva cominciato persino a sospettare dell’umidità di Vinovo per spiegare l’infermeria sempre piena. Anche la Roma si è fatta sentire, preoccupata com’è per la gestione di Florenzi, arrivato con un fastidio a un ginocchio. Nervosissimo, il ct: «Che vuol dire lavorare tanto e sodo? Vorrete dire che abbiamo lavorato bene». Ha definito il suo stato d’animo in una parola («Normale»). Ha persino dato la formazione, indicando in Bertolacci il sostituto di Marchisio, altro segnale di straordinarietà del momento.

Tavecchio sta con lui. Parla poco prima che arrivi la seconda diagnosi: «Per un incidente sfortunato, si sta montando un caso che turba la serenità della nazionale alla vigilia di una partita importante. Conte è un grande professionista, lavora per il bene di tutta l’Italia calcistica con competenza e senso del dovere». La guerra con la Juve va avanti dall’estate: dalla battuta sui 10 euro al ristorante, alle prime liti per l’infortunio di Chiellini a settembre, quando il club lo richiamò alla base in spregio della scelta del ct di lasciarlo in gruppo. La tensione s’inserisce nel conflitto più ampio fra Juventus e Figc, pochi giorni dopo la sentenza di Calciopoli e a poche ore dall’amichevole con l’Inghilterra allo Stadium, primo ritorno di Conte nell’arena dov’era padrone. «Riceverà l’accoglienza che merita per quanto fatto da giocatore e da allenatore, non insinuiamo tarli strani», ha ammonito Buffon. «Io sono sempre nella polemica», ha ricordato Antonio. Il passato è una terra straniera.

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