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SCONTRI COPPA ITALIA Lo zio di Ciro Esposito: “Il Questore si dimetta”. I tifosi del Napoli: è stato un’imboscata

Gli scontri di sabato a Tor di Quinto
Gli scontri di sabato a Tor di Quinto

“Un’imboscata” ai tifosi napoletani, con Daniele De Santis come «esca», condotta con lancio di bombe carta e poi a colpi di pistola. È il racconto di quanto sarebbe accaduto sabato scorso a Roma postato sulla pagina Facebook del Club Napoli Milano Partenopea, i cui sostenitori si trovavano a Tor Di Quinto sul pullman proveniente dal capoluogo lombardo e attaccato dall’ultrà romanista.

Dall’interno del mezzo è stato girato un video – reso pubblico due giorni fa – che mostra gli ultrà napoletani armati di bastoni che entrano ed escono dal ‘Ciak’, il circolo dove De Santis si era rifugiato, tra scoppi, fiammate, urla e fumo. «Un caso malaugurato ha voluto che il nostro bus si fermasse davanti al Ciak Village dove è avvenuto l’agguato ai tifosi del Napoli – si legge nel post, definito la versione ufficiale del Club Napoli Milano Partenopea – davanti ai finestrini notiamo una persona molto in sovrappeso (De Santis, ndr) agitare e accendere quello che ci era apparso un bengala. Dopo averlo lanciato, lo stesso è caduto a pochi centimetri dal nostro pullman: ha fatto un tremendo botto che ci ha fatto saltare dallo spavento. Con noi c’erano dei bambini e delle donne: non vi racconto il loro spavento… È stata pura fortuna che i vetri non siano andati in frantumi. Notiamo poi che il tipo – prosegue la nota – col gesto del dito medio provoca i gruppi di tifosi che passavano al momento e un secondo lancio di materiale esplosivo si ripete. Dopo tanto insistere e provocare, attirato anche dall’agitarsi dei passeggeri del nostro bus terrorizzati dagli scoppi ravvicinati e per l’assoluta assenza di forze dell’ordine, un gruppo di tifosi si è avvicinato e il tipo è fuggito all’interno del Ciak Village seguito dal gruppo di tifosi del Napoli».

Nel seguito del post si spiega ciò che succede oltre il cancello del ‘Ciak’ senza precisare se chi scrive è entrato dentro il perimetro del circolo o si limitava a guardare dal pullman. «Appena varcato il cancello aperto, succede il finimondo – si legge ancora nel post – i ragazzi tifosi del Napoli sono stati bersaglio di 5/6 bombe carta che sono scoppiate tutte insieme, si è alzata una cortina di fumogeni per non far capire e vedere nulla di quello che stava accadendo, frastornando anche l’esca del commando ultras romanista che è caduto a terra ed è stato colpito da qualche calcio e pugno dai tifosi furiosi che erano caduti nell’imboscata. In mezzo al fumo si sono sentiti 2 o 3 colpi secchi (probabilmente i colpi di pistola): i ragazzi che hanno rincorso la probabile esca sono usciti di corsa fuori portando con loro un amico (Ciro Esposito) seminudo e abbondantemente sporco di sangue. Il ragazzo sembrava esanime, con sguardo nel vuoto e occhi aperti pieni di paura e chiedeva aiuto».

«È normale che il nostro autista abbia dovuto chiamare la polizia e farli correre sul posto? (nel video girato dal pullman si sente una voce maschile con accento settentrionale chiamare il 113, ndr) – prosegue il comunicato ufficiale del club di tifosi napoletani di Milano -. È normale che ci siano voluti 10 minuti per vedere un’auto in borghese e 2 agenti che si sono resi conto della gravità e hanno chiamato ambulanza e rinforzi? Fortunatamente subito dopo il traffico si è sbloccato e ci siamo allontanati».

Fonte: facebook

Obiettivo: «Smontare la macchina del fango lanciata contro di noi». Vincenzo Esposito, zio di Ciro, il giovane napoletano ferito da un colpo di pistola negli scontri prima di Fiorentina-Napoli, tiene una conferenza stampa e attacca frontalmente «le false ricostruzioni del Questore di Roma», del quale chiede le dimissioni.

«In un Paese civile – afferma – sarebbe già stato rimosso». Esposito incontra i media in un locale della Galleria Principe, occupato dagli attivisti del Centro sociale «Insurgencia». Abbiamo testimoni oculari dell’ accaduto, dice. «A sparare – aggiunge riferendo il racconto dei testimoni – sono stati in due e gli ultrà romanisti erano almeno 5-6. Hanno aspettato che gli ultrà del Napoli fossero passati e poi hanno attaccato un pullman di napoletani sul quale c’erano donne e bambini. Ciro li ha difesi, ecco perchè è stato colpito».

Il racconto dell’ accaduto sarebbe stato fatto ai familiari di Ciro Esposito da un ultrà del Napoli, («che non ha parlato e non parlerà con la polizia», precisa Vincenzo Esposito) e da una donna che, invece, è stata ascoltata dalla Digos di Roma. «Non è vero che Ciro sia sceso da un pullman per affrontare i romanisti. Lui è arrivato in auto con degli amici. Ci sono foto che lo testimoniano».

Sulla circostanza relativa all’esistenza di una seconda pistola che avrebbe fatto fuoco contro i tifosi del Napoli, la Procura di Roma e la Polizia hanno già affermato che non vi è alcun riscontro. Vincenzo Esposito, 58 anni, militante di sinistra dichiarato, ex segretario regionale della Fiom-Cgil, accusa l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. «Ha protetto Daniele De Santis, che si candidò in una lista che lo sosteneva, gli hanno affidato la gestione di una struttura sportiva, di una discoteca della Roma-bene». Ringraziamenti, invece, per il sindaco di Napoli De Magistris. «Ci ha chiamato per esprimerci solidarietà». «La battaglia che facciamo – annuncia – va oltre Ciro, è una battaglia di verità, in difesa della dignità di tutti quelli che abitano a Scampia». E sabato parteciperà a una manifestazione del Centro sociale «Insurgencia» convocata a Piazza Dante.

Intanto annuncia che il nipote sarà difeso «da un pool di avvocati penalisti, che si sono offerti gratuitamente», mentre sul piano civilistico sarà patrocinato dall’ avvocato Angelo Pisani, presidente della Municipalità di Scampia. Critiche ai mass-media. «Hanno spostato tutta l’attenzione su ‘Genny à carognà invece che sulla sparatoria. Ma io lo ringrazio. È stato lui a soccorrere per primo Ciro, e a chiamare la polizia, che ha fatto intervenire l’ambulanza». E la maglietta per ‘Speziale liberò? «Sono un garantista. Chiedere la revisione di un processo è un diritto».

Fonte: Ansa

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