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REPUBBLICA.IT Trattativa? No, è stata una resa Ma ora i club devono svegliarsi

Genny 'a carogna
Genny ‘a carogna

(F. Bianchi)  Ha ragione Angelino (Alfano): non è stata una trattativa. E’ stata una resa. Basta leggere i verbali degli 007 della Procura federale Figc, pubblicati oggi da Repubblica. Gli ispettori mandati da Stefano Palazzi-tre, di cui una donna-hanno fatto un ottimo lavoro.

Complimenti. I loro verbali saranno utili anche alla Procura della Repubblica, che indaga, oltre che al giudice sportivo. Quello è successo sabato è una pagina triste, non la prima, e temo nemmeno l’ultima. Non sarà semplice cambiare pagina. Il lavoro dell’Osservatorio deve ricominciare da capo (a proposito: il presidente Ciullo è andato in pensione a febbraio e non è ancora stato sostituito). Di chiacchiere se ne sono fatte tante in questi giorni, troppe. Matteo Renzi predica bene ma poi, anche lui, razzola male: prima propone che i club paghino le spese per la sicurezza, 20 milioni all’anno (vedi Spy Calcio del 6 maggio), poi spiega che è meglio aspettare dopo il 25 maggio, giorno delle elezioni, prima di sedersi intorno ad un tavolo. Di idee ce n’è tante. Troppe, forse. Alfano: Daspo a vita e Daspo preventivo.

Malagò: modello inglese. Poi ipotesi di vietare le trasferte per un anno: si può anche fare, ormai pochissimi seguono fuori casa la squadra del cuore (c’è troppa paura). Di sicuro saranno vietate le trasferte a rischio e sono molte (si comincerà con quella dei romanisti a casa del Genoa, gemellato col Napoli, nell’ultima di campionato). I club, comunque, se vogliono (è qui il problema), possono fare molto per prendere le distanze da certi personaggi, per tagliare quel “cordone ombelicale” che, secondo il Viminale, lega ancora alcuni presidenti (più di B e di Lega Pro che di A) ai ricattatori. Ma i club lo faranno? Lo dubito. Certi personaggi, vedi Genny’a carogna, sono stati tollerati per troppi anni, e la stessa polizia, in qualche caso ha la sua responsabilità perché alcuni ultrà, contigui con la malavita, facevano comodo come informatori (si sa che anche in curva gira droga) e per tenere buoni gli altri tifosi. Insomma, un altro patto (scellerato).

Sulla finale di Coppa Italia restano molti dubbi, troppi dubbi: anche sulla stessa gestione della sicurezza. Il questore di Roma, Mazza, quello che negava la trattativa con l’ultrà del Napoli (daspato in netto ritardo), sostiene che tutto sabato è filato alla perfezione. Non sembra: i tifosi del Napoli non ci dovevano stare a Tor di Quinto, i poliziotti non c’erano e i primi, in borghese, che sono arrivati dopo la sparatoria (questa, ovviamente, imprevedibile) sono stati riempiti di botte dagli ultrà del Napoli. E ancora: nessun daspo per quel manipolo che si prendeva a cinghiate. Siamo sicuri che tutto sia filato liscio? Il sistema-sicurezza in occasione della partite all’Olimpico è collaudato, è vero. I poliziotti, sottopagati, fanno sacrifici enormi. Ma qualche falla sabato c’è stata. Bisognerà porre rimedio. C’è stata una brutta escalation, non solo a Roma, e l’allarme era suonato da tempo. Oggi il Consiglio Nazionale del Coni ha trattato l’argomento calcio. Malagò ha detto: “Inaccettabile la trattativa con Genny’a carogna. Mario Pescamte ha attaccato le istituzioni e ricordato che nel 2004, quando era sottosegretario, propose delle misure di legge “stile modello Thathcer”‘, ma “nessun parlamentare le condivise e coi fui costretto a ritirarle”.

Financial Fair Play: e gli sceicchi se la ridono…
La montagna (Uefa) ha partorito un topolino: le sanzioni a Paris Saint Germain e Manchester City, che hanno sforato alla grande i parametri del financial fair play, fanno ridere. Sessanta milioni di ammenda ai due club, rosa ridotta da 25 a 21 calciatori, tetto agli ingaggi e mercato ristretto: gli sceicchi Mansour (City) e Nasser Al Khelaifi (Psg) si fanno due risate. E potranno egualmente offrire alla Juve una sessantina di milioni per Pogba (poi bisogna vedere se la Juve accetta). Ora toccano le sanzioni ad altri 7 club europei: nessun italiano. L’Inter, messa male, rischia una sanzione (una multa) solo la prossima stagione. Michel Platini aveva garantito il pugno duro: se è questo, poco cambierà nel panorama europeo.

Rai, Gubitosi taglia la spedizione ai Mondiali. Adesso

Il dg Luigi Gubitosi entro questa settimana dovrà decidere sulla spedizione Rai ai Mondiali del Brasile: previsti tagli consistenti sugli inviati. E questo a poco più di un mese dal via Gubitosi forse non sa che la Rai, oltre a pagare 100 milioni di diritti, ha già pagato anche i viaggi e gli hotel per giornalisti, seconde voci e tecnici. Così vogliono d’altronde gli organizzatori. Non si sa ancora inoltre se il Processo dei Mondiali, condotto da Enrico Varriale, si farà dal Brasile o da Roma. Ma di sicuro si farà. Il cdr Rai potrebbe rispondere al direttore generale.

Fonte: Repubblica.it

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