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IL ROMANISTA Conte e le sue chiacchiere da bar

Antonio Conte

(P. A. Coletti)  «Chiacchiere da bar». CosìAntonio Conte, l’uomo dell’”agghiacciante” e del “dangerous”, ha etichettato le dichiarazioni di due monumenti del calcio italiano e riconosciuti in tutto il mondo come giocatori di una classe e bravura infinita.«Non mi piacciono le polemiche» ha detto l’allenatore della Juventus, ma il liquidare Francesco Totti e Daniele De Rossi come due tifosi che fanno «chiacchiere da bar» è il miglior modo per aumentare la tensione di un Juventus- Roma che di per sè è ricco di tensioni. «Non sapre che dire a chi fà queste affermazioni – la risposta di Conte a chi gli chiedeva un suo parere sulle parole dei due capitani della Roma che avevano parlato di aiutini ai bianconeri -. Anzi, io insegno ai calciatori, a chi lavora con me, a chi mi frequenta, che le risposte vanno date sempre sul campo, perché il campo rende giustizia sempre a tutto e a tutti. E dico che in due anni e mezzo il campo ha reso giustizia alla squadra più forte, in maniera anche molto netta e clamorosa alcune volte». Ascoltando quel «sul campo» non si può non pensare a quel 31, sul campo appunto, che tanto fa ridere l’intera Italia calcistica.

A quelle tre stelle, illegittime, disegnate nello “Stadium” ma che non possono essere cucite sulle maglie ufficiali. Dai capitani all’allenatore. Parlando di Rudi Garcia, Conte cambia tono e contenuti: «Mi ha stupito sicuramente il fatto che si è integrato benissimo e si è calato perfettamente in una realtà molto difficile come quella di Roma. Ma mi ero già accorto, quando siamo stati ospiti a Trigoria, di avere di fornte una persona molta scaltra, che aveva ben fisso in testa quello che doveva fare. La piazza di Roma non è una piazza facilissima, quindi grandissimi meriti vanno a Garcia proprio perché si è calato nell’ambiente in una maniera molto naturale. Di base è stato facilitato dal fatto di trovare una squadra che, come l’ho trovata io, veniva da due stagioni da dimenticare, veniva da una Coppa Italia persa contro la Lazio e veniva da giocatori contestati. E in più una grande qualità tecnica, perché non dimentichiamo che gli interventi della Roma sono stati mirati, ben fatti, con De Sanctis, con Maicon, con Benatia, con Gervinho, con Strootman, con Ljajic, cioè, stiamo parlando di giocatori di ottimo livello».

L’allenatore bianconero ha poi parlato dei parallelismi tra questa Roma e la sua Juventus: «Se uno fà una riflessione attenta, si rende conto che il percorso della Juventus e della Roma è molto simile: la Juventus ha iniziato tre anni fa con me, e la Roma con Luis Enrique. In tre anni noi abbiamo vinto due Scudetti, due Supercoppe e adesso siamo in testa alla classifica, quindi penso che abbiamo bruciato veramente le tappe. La Roma ha avuto più sfortuna, forse meno bravura nel mercato, nella scelta degli uomini per questa ristrutturazione. La Roma ha fatto un percorso molto simile al nostro, però è da quest’anno che sta provando a vincere il campionato».

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