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GAZZETTA DELLO SPORT De Sanctis, festa stile wrestler “Ma niente rivincite”

De Sanctis

(M.Cecchini) C’è un uomo che corre verso la gente. Non è più un ragazzo. Lo si vede dalle prime rughe che si affacciano intorno agli occhi, dallo sguardo profondo di chi molto ha visto e molto ha faticato per arrivare fin qui. Eppure la sua espressione stravolta, adesso, è da adolescente carico di sogni, in cerca di un futuro ancora tutto da scrivere.

QUELLA LINGUA…  A 36 anni, mentre allarga le braccia per stringere idealmente tutti i quattromila romanisti che esultano allagando di felicità lo stadio di Udine, Morgan De Sanctis sembra un guerriero, un signore del wrestling, un «braveheart» alla ricerca del suo popolo. Urla, si arrampica sulla rete, fa smorfie infinite il portiere abruzzese, fino a tirare fuori la lingua sotto la tribuna, prima di imboccare il tunnel che porta dentro lo spogliatoio.

QUANTI INSULTI  Apparentemente, il suo sembra (anche) lo sfogo di un innamorato tradito, visto che i tifosi bianconeri lo hanno insultato per tutta la partita. «De Sanctis uomo di merda», hanno salmodiato in tanti al Friuli, dimentichi di quelle stagioni che dal 1999 al 2007 hanno fatto grande insieme il portiere e nel contempo anche l’Udinese. L’addio da svincolato tramite l’articolo 17, però, qui non è mai stato metabolizzato e, nonostante negli anni scorsi l’abruzzese abbia lanciato segnali di pace ai tifosi friulani, quel divorzio ha sancito per sempre la fine di un grande amore. Nell’euforia del dopo partita, però, De Sanctis ci tiene a spegnere qualsiasi interpretazione polemica per la sua esultanza del dopo partita.

SPIEGAZIONE «Nessuna rivincita – spiega –. Certo, gli insulti non fanno piacere a nessuno, anche perché io a Udine ho dato tanto, però volevo solo condividere la gioia della vittoria con le migliaia di tifosi romanisti che ci hanno seguito fin qui. È stato bellissimo averli vicino, sembrava quasi di stare all’Olimpico. Ed era giusto che alla fine della partita festeggiassi anche insieme a loro».

SCALATA Parole da pompiere, che aiutano a mantenere la concentrazione in vista dei futuri traguardi. La decima vittoria, certo, già tra tre giorni contro il Sassuolo, ma anche la scalata al paradiso dei portieri con la più lunga imbattibilità, santificata dal record del milanista Sebastiano Rossi, a quota 929 minuti. Morgan per ora è a 591, ma la strada è ancora lunga. E quel ragazzo di 36 anni – che urla aggrappato alla rete – non ha ancora nessuna voglia di fermarsi. Come la sua Roma, del resto.

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