Gazzetta dello Sport Minacce velate manichini appesi. Ma per gli ultrà è «sano sfottò»

Manichini appesi al Colosseo

A volte ritornano. Non a caso, si chiamano Irriducibili. Dal 1987 guida, spesso incontrastata, della curva laziale. E ieri, all’ombra del Colosseo, se ne è accorto tutto il mondo.

Ha ragione Damiano Tommasi, non chiamiamola goliardia. «Volevano lanciare un messaggio al mondo…». Non a caso, ieri mattina, quando per qualche ora ha tenuto banco la versione di un’azione romanista per lavare l’onta della sconfitta nel derby, i laziali hanno fatto a gara per rivendicare la paternità del blitz. No, non c’è nulla di spontaneo dietro la macabra rappresentazione di giovedì sera al Colosseo: “Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa”. Alle 23.30 gli ultrà laziali – sono una trentina e a volto scoperto – arrivano a via degli Annibaldi, Rione Monti, cuore della città. Indisturbati – scrive la Gazzetta dello Sport -, tra la perplessità dei turisti che li incrociano a piedi e l’indifferenza dei romani che passano in macchina, affiggono lo striscione e appendono i manichini.

«Non riteniamo scusarci con nessuno in quanto, seppur di cattivo gusto per alcuni, rientra tutto nel sano diritto a deridere l’avversario calcistico di sempre»: l’orgogliosa rivendicazione della curva Nord arriva all’ora di pranzo.

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