IL MESSAGGERO Una speranza di nome Edin

Dzeko
Dzeko

(P. Liguori) – Hanno aspettato tanto, prima di giudicare. Forse troppo. Hanno aspettato per primi i tifosi giallorossi, che ancora oggi, a poche ore dall’inizio della gara di Verona, sono prudenti e scaramantici. Però il giudizio è unanime: la Roma resta la prima rivale della Juventus ed ha qualcosa in più dell’anno scorso. Il quid si chiama Dzeko che, in attesa da molti giorni in una tristissima Manchester, è arrivato e ha messo tutti d’accordo in tre minuti. Pronti, via: abbiamo un fior di centravanti. Un “nueve” verissimo, ci mancava dai tempi di Batistuta e proprio a Gabriel lo hanno paragonato. Eppure, per le dimensioni, la precisione dei movimenti e l’abilità del piede, ho pensato a un altro grandissimo, Van Basten. Non ci resta che vedere.
Intato l’Olimpico l’ha conquistato: noi abbiamo sempre il Capitano Francesco Totti in cima ai pensiero, però se suo figlio, il piccolo Cristian, saluta con quel “cinque” il nuovo bomber, vuol dire che abbiamo un nuovo eroe. E non c’è soltanto Edin Dzeko nella nuova Roma. Il ds Walter Sabatini e la società hanno fatto un lavoro eccezionale, tra mille difficoltà. Aspettiamo ancora l’assetto della difesa e il debutto contro la Juventus all’Olimpico per l’ultima parola. Ma lo facciamo con speranza e ottimismo: ci piacerebbe morire di gioia quest’anno e Rudi Garcia è ancora l’uomo giusto per provarci.

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