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FIGC Uva: “Gli effetti delle riforme nel calcio italiano si vedranno tra 3-4 anni”

MIchele Uva
MIchele Uva

«Il calcio professionistico ha un fatturato in crescita nonostante la congiuntura economica non ancora positiva, una crescita stimata con un giro d’affari di 13 miliardi di euro, un aumento del 50% in 10 anni, che secondo Mediobanca propone il calcio tra prime dieci industrie in Italia facendone un grande veicolo economico e finanziario. L’indebitamento però resta un grosso problema legato a una non contrazione dei costi anche se il trend va nella direzione giusta, c’è la mancanza di crescita dei ricavi, su cui si può lavorare. La Federazione ha posto i primi paletti facendo delle riforme, obbligatorietà del pareggio di bilancio, riforma campionati, tetto alle rose, nuove norme di iscrizione, i cui effetti si vedranno nel medio termine tra 3-4 anni». È la fotografia sullo stato del calcio italiano scattata dal direttore generale della Figc, Michele Uva, che a ‘Radio anch’io sport’ riassume i numeri del ‘ReportCalcio 2015’ che verrà illustrato oggi a Coverciano.

«Nel frattempo il periodo del mecenatismo è terminato, le società sportive sono vere e proprie aziende che devono avere la sostenibilità al primo punto -evidenzia Uva-. Le plusvalenze dimostrano che siamo sempre più un paese formatore mentre qualche anno fa eravamo un paese che comprava». «Il botteghino è penalizzato anche dall’impiantistica sportiva, ci sono stadi privi di servizi che non aiutano a portare la gente. Bisogna comunque sviluppare l’impiantistica sportiva, Juventus docet, e puntare sull’internazionalizzazione dei brand di grandi, piccole e medie squadre. Tra i 5 e i 12 anni un ragazzo su 4 è tesserato con la Federazione. Siamo un movimento di 32 milioni di tifosi. Il calcio è un fenomeno sociale con margini di crescita sotto gli occhi di tutti».

Fonte: AdnKronos

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