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CALCIOSCOMMESSE Ruolo ds L’Aquila fondamentale. Il pm Romano: “Siamo di fronte a un nuovo Romanzo Criminale”

Calciomercato
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Secondo gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che hanno scoperchiato un nuovo scandalo calcioscommesse, il responsabile dell’area tecnica dell’Aquila Calcio Ercole Di Nicola «non solo altera incontri tra squadre del calcio professionistico ma finanzia combine traendo profitto dalle scommesse che gioca e fa giocare sul risultato alterato». I pm hanno riscontrato l’esistenza di un’associazione a delinquere con gli altri complici «allo scopo di commettere più delitti di frode in competizioni sportive e di truffa nonchè delitti di estorsione aggravata e sequestro di persona a scopo di estorsione», «ponendo in essere un’associazione criminale, operante a livello mondiale, finalizzata alla commissione dei suddetti delitti diretti a influire e alterare, nel campionato di calcio di serie B, in Lega Pro, in Coppa Italia nazionale e di Lega Pro e in partite internazionali di calcio e basket, il naturale esito delle partite medesime». L’obiettivo del sodalizio criminoso era, per gli inquirenti, «conseguire vincite in scommesse per milioni di euro, che venivano effettuate prevalentemente su siti esteri (dell’Asia e della Turchia), scommesse ricollegate agli eventi sportivi organizzati dalle federazioni riconosciute dal Coni, che venivano effettuate dopo aver utilizzato lo strumento della corruzione di calciatori e/o dei dirigenti sportivi delle società calcistiche coinvolte, al fine di alterare il risultato della competizione». La Dda ravvisa inoltre il reato di truffa «ai danni delle società di calcio non coinvolte, del pubblico pagante che assiste ignaro alla competizione sportiva oggetto di combine, degli atleti-calciatori non coinvolti e degli scommettitori leali, intervenendo con offerte o promesse di denaro o altra utilità o vantaggio, nei confronti di calciatori e/o dirigenti, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione». Ravvisate anche alcune aggravanti, il numero superiore a 10 e il fatto che «taluni degli associati scorrevano armati le pubbliche vie del territorio italiano». Inoltre, «dava il suo contributo un gruppo criminale organizzato (composto dai finanziatori Aleksander detto Sasha Brdanin, Milan Jovicic detto Michele, Uros Milosavljevic) impegnato in attività criminali in più di uno Stato».

«Gli attori protagonisti di questo nuovo ‘Romanzo Criminale’ arrecano il maggior danno, restituendo le passioni e le speranze sportive deformate dalla loro mercificazione piegata alla realizzazione del mero interesse economico proprio». Lo scrive il sostituto procuratore Elio Romano, nel decreto di fermo dell’inchiesta sul calcioscommesse ‘Dirty Soccer’ sul calcio scommesse che hanno coinvolto diversi club tra Lega Pro e Serie D. «Si fanno beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra del cuore e ledono gli investimenti di denaro e speranze che impegnano le famiglie dei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio».

«Le investigazioni effettuate hanno sino ad ora fatto emergere un sottobosco criminale ben innestato nel mondo del calcio, le cui fila sono tenute da ‘professionistì dello sport – spiega nella premessa il pm – che approfittano della propria funzione, in seno alle società calcistiche, per combinare partite dei campionati, al fine di alterare il risultato, per lucrare sulla combine, scommettendo essi stessi sull’evento sportivo. Lo sviluppo successivo dell’indagine ha fatto trasparire, in sostanza, un quadro dalle tinte fosche le cui figure principali agitano i propri biechi interessi sotto le mentite spoglie di professionisti del calcio, dietro la cui maschera rispettabile tramano – in realtà – frodi sportive, in maniera sistematica». «Ogni figura del quadro investigativo abusa della propria funzione, rendendola strumento di vanagloriose ambizioni personali e avidi interessi economici. Ciascuno degli indagati piega il proprio ruolo costruendo reticolati sistemi di corruttela in cui ognuno figura quale artefice e beneficiario, in termini di profitto economico ovvero prestigio sociale, in seno alle comunità cui afferiscono le squadre di appartenenza, quale che ne sia la funzione», aggiunge Romano.

Fonte: Ansa

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