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GAZZETTA DELLO SPORT Poche idee e confuse: l’attacco non apre la difesa del Parma

Gervinho
Gervinho

(A. D’Urso) – Eppure il Fort Parma resiste. Complice una delle giornate più cupe sotto il cielo giallorosso. Il predominio territoriale della squadra di Garcia è palpabile, i sedici metri sono un regno delle possibilità dove gli «Elefanti» ivoriani Gervinho e Doumbia, la mina vagante Ljajic e poi il baby Verde cercano il gol della svolta, ma la scintilla del gioco non scocca e i risultati, alla resa dei conti, sono insufficienti. Se le idee del tecnico s’intravedono (tagli, verticalizzazioni, ricerca del dialogo), la realtà è un’altra cosa. E cioè: l’Olimpico non è più terreno di imprese balistiche e tiri nello specchio della porta irresistibili, nè di gioco d’attacco avvolgente ed efficace come un tempo: 77 giorni senza vincere in casa si spiegano anche così.

LJAJIC COME PJANIC Oltre all’attesa, la pretesa. Di vincere. A tutti i costi. E così si muovono tutti i giocatori della Roma dalla metà campo in su. Ma al cospetto di un Parma tutto corsa e modi bruschi non è facile passare, s’immolano tutti tra i difensori e i centrocampisti gialloblù. Ad un certo punto, «regalato» il primo tempo, Garcia si decide: dentro Verde, il modulo cambia dal 4-3-3 al 4-2-3-1 e a Ljajic viene affidato il compito di sparigliare le carte di Donadoni dirigendo da trequartista le manovre d’attacco. E sbaglia il tecnico a non tenere in campo il serbo sino alla fine e a non confermare la sua mossa, perché la Roma deve alzare il ritmo e gestire gli spazi stretti col più alto tasso di qualità circolante nella zona. Ma tant’è. Finché c’è il numero 8 giallorosso infiltrato tra le linee, Gervinho, Verde e Doumbia possono spingersi in profondità e al contempo assecondare all’occorrenza lo scambio dettato dal trequartista, proprio come piace fare abitualmente allo specialista Pjanic (assente ieri perchè influenzato). E così il giovane vecchio Adem riesce a ritagliarsi qualche momento di celebrità, fornendo nell’arco del match 43 passaggi positivi e 6 sponde e creando nel complesso 5 occasioni, con le sue proverbiali sterzate in corsa. Grazie anche all’attaccante, la Roma chiuderà il match con un mostruoso possesso palla, sebbene sterile: un 67,9 % cui fa da contraltare il 32,1% del Parma, il 3° più basso per i gialloblù dopo le precedenti gare casalinghe con Fiorentina e Inter.

CROSS AL VELENO Nella fase di massimo sforzo offensivo della Roma, qualche spunto interessante origina dalla catena di destra FlorenziVerde, una delle poche note liete della giornata. L’esterno basso valica con continuità la metà campo, si sovrappone al compagno di squadra e impacchetta cross a ripetizione: ben 18 (angoli inclusi), nessuno ne ha prodotti di più in una partita di Serie A in questa stagione (53 i passaggi positivi). E, nei 32’ in cui è in campo, altrettanto generoso appare Verde, del resto (18 i passaggi giusti): i suoi 3 palloni in mezzo avrebbero meritato miglior sorte. Ma, al di là dell’impegno e delle varie soluzioni provate, tutti i tentativi giallorossi vanno a sbattere alla fine sul muro del Parma. Come volevasi dimostrare: l’Olimpico si conferma un incubo e la Roma, che aspetta la migliore condizione di Doumbia e Gervinho, ha anche bisogno di un Garcia più lucido nelle decisioni da assumere in corso d’opera.

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