GAZZETTA.IT Mai più morti in campo, ora c’è il test del dna

Piermario Morosini

(Alex Frosio) – La scomparsa di Morosini ha stimolato la ricerca per evitare altre tragedie. Con la tecnologia sarà possibile scoprire prima chi sono gli atleti più a rischio di malattie cardiovascolari.

Mai più morti in campo. La cosiddetta morte improvvisa, il black out del cuore che ha portato a drammi come quello di Piermario Morosini, può essere prevenuta, prima ancora che curata con l’utilizzo – in caso di estremo bisogno – del defibrillatore. In Portogallo è stata messa a punto una nuova tecnologia, la HeartGenetics, che scova a livello genetico le patologie asintomatiche che portano alla morte improvvisa, causata in oltre il 60% dei casi proprio da difetti del dna.

Il dna microchip riconosce, anche in soggetti giovani e apparentemente sani, con una accuratezza del 99% le principali anomalie genetiche, tra cui la cardiomiopatia ipertrofica, la cardiomiopatia dilatativa, la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro, le sindromi congenite del QT lungo e la sindrome di Brugrada. In parole più semplici: Morosini, con questo test, sarebbe stato fermato molto prima della fatale partita di Pescara. E infatti club come Real Madrid e Barcellona, ma anche Milan, Inter e Juventus, si sono dimostrate estremamente interessate al dna microchip, pianificando a partire dal settore giovanile.

IL CONVEGNO — Di questo e di tanto altro si parlerà oggi a Pavia (alla sala del Broletto) al convegno organizzato dall’Associazione prevenzione malattie genetiche, presieduta dal professor Richichi, già direttore del reparto cardiologia San Matteo. Un luminare della cardiologia, il professor Schwartz, terrà una lectio magistralis sulla morte improvvisa, che ogni anno causa la morte di 70mila persone in Italia e che ha un’incidenza di una persona su 500. In una tavola rotonda su genetica e sport, sarà presentato il “Progetto Pavia ‘93″, ovvero la mappatura genetica di tutti i nati a Pavia nel 1993. “Un progetto lodevole e avveniristico, un segnale importante destinato a rivoluzionare l’approccio culturale al fenomeno: non attendere che il problema si manifesti ma anticipare i tempi”, ha scritto Giovanni Malagò, presidente del Coni, in una lettera agli organizzatori del convegno. Morosini, Bovolenta, Puerta, Curi. Lo sport ha già pagato un prezzo molto alto. Ora i conti si possono chiudere.

Fonte: gazzetta.it

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