CALCIOSCOMMESSE Da Cremona due rogatorie verso Singapore e Svizzera

Il pm di Cremona Roberto Di Martino

Due rogatorie, una già presentata al ministero della Giustizia italiano perché l’avvii a Singapore; l’altra in via di trasmissione alla Svizzera la cui Autorità giudiziaria ha respinto, non ritenendo sussistente «l’organizzazione criminale», una precedente rogatoria della Procura di Cremona destinata anche ad avere chiarimenti sul denaro trovato su un conto elvetico riconducibile al laziale Stefano Mauri. Queste le mosse degli inquirenti cremonesi impegnati nell’inchiesta sul calcioscommesse, al di là dell’incidente probatorio disposto sui computer sequestrati nel corso delle indagini per il quale i consulenti sono stati nominati oggi. Sul fronte singaporiano (una copia della rogatoria sarebbe stata consegnata oggi in un incontro a Lione dell’Interpol ad agenti di polizia asiatici) la richiesta di collaborazione, trasmessa al Ministero perchè tra Italia e Singapore non esiste un trattato di reciprocità, ha il fine di ottenere i verbali di interrogatorio e tutta la documentazione riguardante l’arresto nel Paese asiatico di Tan Seet Eng, detto ‘Den’ ritenuto «capo ed organizzatore» dell’associazione a delinquere che truccava gli incontri.

Sul fronte svizzero, invece, il procuratore Roberto di Martino, dopo un primo diniego dell’Autorità giudiziaria elvetica, ritiene che negli atti dell’inchiesta vi siano gli elementi per sostenere l’esistenza dell’«organizzazione criminale» che, a differenza della nostra associazione a delinquere deve avere, per gli svizzeri, le caratteristiche di pericolosità con il ricorso a metodi violenti. Nelle intercettazioni dell’inchiesta cremonese si fa spesso riferimento ai singaporiani come «trafficanti di armi» e diversi indagati avevano riferito di pesanti minacce. Sul fonte delle indagini, secondo quanto si è saputo, venerdì prossimo saranno interrogati in procura due delle persone coinvolte nelle prime fasi dell’inchiesta: il commercialista Francesco Giannone e l’ex calciatore Gigi Sartor. Anche loro, che appartenevano al gruppo di scommettitori chiamato dei «bolognesi», al quale, secondo l’accusa, partecipava anche l’ex bomber della Nazionale Beppe Signori, erano in contatto con i singaporiani e avevano creato società svizzere per riciclare i soldi delle scommesse truccate

Fonte: Ansa

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