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OLIMPIADI Malagò: “Roma 2024, ci sono le basi per vincere. Non potrei che essere io a guidare l’avventura, ma non abbandonerei il Coni”

 

Giovanni Malagò

Queste le parole di Giovani Malagò, presidente del CONI,  parla molto di Olimpiadi e non solo.

“Sarei falso se dicessi che non è un mio sogno nel cassetto [quello di portare le Olimpiadi a Roma] da prima di diventare presidente, ma rispetto a sfortunate esperienze del passato ora ci sono le basi per vincere”. Malagò si dichiara pronto a scendere in campo in prima persona come presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi del 2024 e come garante. “Sì, se ci sono le premesse. Il garante lo sarei comunque, ma io sono una persona umile ma al tempo stesso ambiziosa, quindi mi rendo conto che se la cosa dovesse andare avanti non potrei che essere io a guidare l’avventura, trovando una formula per consentirmi di non abbandonare il CONI e di portare avanti questo grande progetto”. Secondo Malagò gli errori del passato non si ripeteranno. “ problemi non li ha mai creati chi si occupava della gestione dell’evento. I casini li ha creati l’altra parte, quella legata alla gestione degli appalti per la costruzione delle opere. Forti di quegli errori e scegliendo bene la squadra, noi dobbiamo avere il coraggio di affrontare una nuova sfida. Anche perché non ci sono sul tavolo altre ricette per rilanciare il paese. E’ un messaggio di speranza, soprattutto per i giovani”.

Sulla legge per la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione di quelli esistenti. “Sono ottimista, mi sto prodigando, confido in Letta. Questa legge è una delle poche possibilità per far ripartire il paese creando posti di lavoro. Sarebbe da pazzi non sfruttare questa occasione. Quando le cose non si riescono a fare è perché c’è sempre qualcuno che esagera da una parte e dall’altra. Il Coni non ha poteri, può solo mediare tra le due anime, quella integralista e quella speculativa, tenendo conto di rispetti e vincoli di tutto il contesto e soprattutto la sostenibilità economica delle opere. Perché è una legge per tutto lo sport italiano, non solo per il calcio. I nuovi stadi non bastano per colmare il gap con Inghilterra, Germania e Spagna. Ma bisogna ripartire da qualcosa”.

Su doping e razzismo Malagò è chiaro e diretto, ma punta a cambiare alcune cose: “Tolleranza zero assoluta, ma deve pagare chi sbaglia. Nel doping si colpisce l’atleta che sbaglia, qui finiscono per pagare più le società e le persone perbene e questa non mi sembra una bella cosa. Sto lavorando per annunciare una riforma della Giustizia Sportiva che presenterò entro la fine dell’anno, perché se ne sente la necessità e perché c’è bisogno di fare un po’ di ordine. Anche sui vari gradi di giudizio della Giustizia Sportiva”.

Su una scelta tra Totti che alza la Champions League nel 2015 o la Pellegrini che canta l’inno nazionale sul podio olimpico a Rio 2016.

“Totti perché arriva prima e quindi non mi preclude l’altra possibilità. Perché non mi pongo limiti e non posso scegliere tra due grandi amori come la Roma e L’Aniene”.

Fonte: Sportuno

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