CORRIERE DELLO SPORT La vera squadra solo in America

Bradley

(M. Evangelisti) Lo studio di Roma che ha giocato ieri sera in Grecia è preparatorio. L’affresco, bello o brutto lo dirà il tempo, di cui Rudi Garcia ha l’appalto è di là da venire. Forse lo vedremo alla prima giornata di campionato, forse più in là se fanno testo i precedenti faticosi inizi di stagione del tecnico francese. (…)

GIUSTIFICATI – (…) Per esempio non ha partecipato alla trasferta a Salonicco il nuovo e anziano portiere Morgan De Sanctis. E’ stato già abbastanza dover dire a Skorupski e a Lobont di mettersi in fila. Piazzare subito al posto previsto, cioè al numero uno, un uomo ingaggiato il giorno prima avrebbe significato mancanza di rispetto per chi si è allenato con ordine e disciplina fino a questo momento.

Ma vediamo quanto ci si metterà ad aggiustare gli altri cocci della RomaDaniele De Rossi è il caso più semplice. Ha lavorato sodo con la Nazionale fino alla fine di giugno, poi è rimasto fermo praticamente per tutto luglio. Ieri era a Trigoria a farsi tornare la voglia di soffrire – serve sempre un certo allenamento per questo – in compagnia degli esperti in preparazione della squadra. Invece Alessandro Florenzi ha concluso l’Europeo Under 21 poco dopo la metà del mese scorso e ha rinunciato a parte delle vacanze per non perdersi il ritiro di Brunico. Adesso soffre di un affaticamento che a esami più accurati si è rivelato un affaticamento gigante. Per questo anche lui si è dato al mantenimento del tono muscolare in palestra. Tanto l’infortunio non gli avrebbe comunque permesso di giocare contro l’Aris.

LIETO FINE – Andiamo a salire nella scala dei guai. Maicon lo scorso anno ha giocato poco e male, c’è chi dice perché semplicemente sul viale del tramonto c’è chi dice per colpa degli infortuni. Che ci sono stati, e lunghi: una caviglia, un ginocchio con tanto di operazione. E’ nettamente fuori condizione e ancora non ha avuto modo di allenarsi con il gruppo. DiMattia Destro e del suo ginocchio sinistro meglio non dire. Tra tutti i nostri eroi è l’unico per il quale resta complicato immaginare un lieto fine a breve scadenza. E’ a Sirmione, sul Garda, per portare a spasso i suoi dolori e convincerli a lasciarlo in pace.
(…)  Tutti tranne Destro, che ha il biglietto aereo a casa ma lo tirerà fuori dal cassetto solo se sarà ben sicuro di non farsi ancora più male.
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