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LECCE Day after: un arresto e pesanti sanzioni. Il presidente Tesoro: “Fango su di noi”

Lecce

Lecce day after. La città tarda a destarsi dopo aver vissuto la pagina più nera della sua ultracentenaria storia calcistica. La mancata promozione in serie B e l’assurda guerriglia urbana scatenatasi ieri dentro e fuori lo stadio di ‘Via del Marè, restano un’onta difficilmente cancellabile per una città che si è candidata a divenire Capitale europea della cultura per il 2019. E nel day after ci sono anche i primi provvedimenti giudiziari con l’arresto di un giovane presunto teppista e pesanti sanzioni: quattro gare effettive a porte chiuse e 15mila euro di ammenda. È infatti quanto inflitto al Lecce dal giudice sportivo della Lega Pro dopo quanto accaduto ieri in occasione della gara di playoff tra i pugliesi e il Carpi. Il giudice ha anche disposto di rimettere gli atti alla Lega italiana calcio professionistico per quanto di competenza.

La giornata di ieri ha un bilancio: nove agenti feriti nel corso degli scontri all’esterno dello stadio, un fotografo di un quotidiano locale picchiato brutalmente, un fuoristrada della Polizia dato alle fiamme, gli steward presenti sul terreno di gioco, pochi per fronteggiare la ‘furià agonistica degli oltre 100 tifosi che invadevano il campo, che si immolavano per garantire l’incolumità dei calciatori, diventando bersagli di calci, pugni e cinghiate. “È pazzesco quello che è successo, qualcosa di mai visto”. Rossano Marchello, steward e responsabile della sicurezza al ‘Via del Marè aveva gia« avuto presagio di cosa sarebbe potuto accadere. “Avevo chiesto alla società qualche uomo in più, – racconta Marchello – uomini che avrei piazzato sotto ai cancelli per tamponare. Purtroppo qualche segnale lo avevo avuto, anche perchè in città già giravano da qualche giorno voci di eventuali problemi in caso di mancata promozione”.

Voci che, puntualmente, hanno trovato una tragica conferma al fischio finale dell’arbitro Ghersini. Il presidente del sodalizio giallorosso Savino Tesoro a meno di 24 ore di distanza dalle violenze, trova la forza e la voglia di commentare il lungo pomeriggio. “Abbiamo scritto una brutta pagina – ammette amaramente – soprattutto per gli incidenti finali, che fanno ancora più male della mancata promozione in serie B. Rimango dell’avviso che una tifoseria come quella del Lecce non possa essere infangata da chi ha usato violenza per sfogare la propria rabbia”.

Nella prima mattinata di oggi si è tenuto un incontro presso gli uffici della Prefettura di Lecce alla presenza del prefetto Giuliana Perrotta e dei vertici delle forze dell’ordine tra cui il questore, Vincenzo Carella, e il comandante provinciali dei Carabinieri, il colonnello Maurizio Ferla. Hanno partecipato anche il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta e il sindaco Paolo Perrone. Al vertice, tra gli altri, hanno preso parte i dirigenti della società sportiva leccese e i responsabili del coordinamento degli addetti alla sicurezza dello stadio. Sul fronte delle indagini, al momento ci sono un arresto e due denunce. A finire in manette un 27enne nato a Mesagne, ma residente ad Erchie, nel brindisino, sorpreso in flagranza a lanciare pietre durante la sassaiola. Per lo stesso reato, sono stati deferiti un 33enne di Surbo e un 19enne di San Cesario di Lecce, sorpresi a gettare oggetti pericolosi durante il match. Situazione che potrebbe continuare a registrare momenti di criticità con la squadra che, così come ordinato dalla società del presidente Savino Tesoro, tornerà ad allenarsi domani pomeriggio al ‘Via del Marè. Una provocazione? “Assolutamente no. – dice il presidente del Lecce – I calciatori devono presentarsi, perchè mai come ora devono dimostrare di essere degli uomini. Hanno un contratto sino al 30 giugno e sino a quella data resteranno qui: poi sarà la società a decidere con quali giocatori proseguire”. Una scelta dunque, che potrebbe prefigurare la permanenza del gruppo Tesoro alla guida del Lecce nella prossima avventura di Lega Pro. “Vediamo cosa succede. – dice Tesoro – Intendo riflettere e prendermi qualche altro giorno”. La delusione per la mancata promozione in B e per le scene di follia scatenatasi al fischio finale dell’arbitro Ghersini sono ancora troppo recenti: anche per un tipo sanguigno come Savino Tesoro.

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