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LA REPUBBLICA Destro, Verratti, Insigne arriva l’Italia del futuro

Destro esulta dopo il gol

(G.Calabrese) Il problema di Mangia non è certo la qualità. Il suo problema, semmai, è darle forma. Perché la sua Under 21 ne ha di talento. Eccome. Forse è la migliore degli ultimi anni. Giocatori cresciuti in fretta, con i piedi buoni e le idee chiare. Sono il raggio luminoso del calcio italiano. Un futuro che diventa più concreto. Credibile. E che apre nuovi scenari. Questa Italia è un salto in avanti dopo anni di incertezze, passati più che altro ad ammirare i campioni degli altri. Quelli per cui anche i club italiani erano pronti a fare follie. Ora invece ci siamo anche noi. È il respiro di un calcio che si rinnova e cresce. Il risultato di un lavoro paziente, che ha resettato tutto e ha dato un nuovo impulso. E ha rimesso al centro della politica di gestione di tanti club gli investimenti nei settori giovanili.

Fantasia & qualità, bentornata Italia. «Dopo tanti anni l’Italia va a giocarsi l’Europeo con una squadra molto forte» ha detto Ciro Ferrara facendo gli auguri a Mangia, del quale è stato predecessore. Alcuni di loro hanno già debuttato con la nazionale di Prandelli, altri potrebbero seguirli. «Un gruppo serio — ha spiegato Arrigo Sacchi, coordinatore tecnico delle giovanili azzurre — ragazzi con qualità tecniche e morali. Vincere è importante, ma è ancora più importante far crescere bene questi ragazzi». Questa è la nazionale di Marco Verratti e Fabio Borini, emigrati all’estero per vendere il loro talento.

Ma anche di Mattia Destro, Lorenzo Insigne e Alessandro Florenzi. È un gruppo che punta in alto, fatto di tanti “noi” e nessun “io”. Domani (ore 20.30) in Israele l’esordio agli Europei contro l’Inghilterra. «Sono felice di essere qui — ammette Insigne — ho sempre detto che la Confederations è una grande competizione, però per la mia crescita preferisco giocare l’Europeo Under 21. Siamo venuti in Israele per andare fino in fondo».

L’obiettivo è la finale, ovvio. E con un gruppo così l’impresa non è impossibile. Anzi. È dal 2004 che l’Italia non vince. Tanto tempo. Sebbene gli azzurri nella storia di questo torneo abbiano numeri da record. L’Italia è la nazionale più presente alla fase finale (18 volte compresa questa) e la più titolata (5 successi). Ha il primato di partite vinte (28) e di gol segnati (77). È l’unica nazionale ad aver vinto il titolo per tre edizioni consecutive (1992, 1994 e 1996). La squadra da battere sembra ancora una volta la Spagna, che ha vinto l’ultima edizione. Il tecnico Lopetegui ha in rosa cinque reduci del trionfo 2011 e un fenomeno in più, Isco, trequartista del Malaga che piace tanto a Manchester City e Real Madrid. E poi Germania, Olanda, Inghilterra e Italia. Insigne è una delle stelle della nazionale di Mangia, ma i personalismi non gli piacciono: «Nessuno può vincere l’Europeo da solo. C’è bisogno di tutta la squadra ». Domenica ha interrotto l’allenamento per una leggera distorsione al ginocchio destro. «Sto un po’ meglio, proverò in allenamento e vedremo».

L’Inghilterra è subito un test vero. Israele e Norvegia, le altre due squadre del girone, sembrano più abbordabili. «L’Inghilterra è una squadra molto fisica — dice ancora Insigne — ma ci sono tanti miei compagni, come Sansone e Florenzi, che possono scardinare la loro difesa. Spero di vedere tanta gente allo stadio». Intanto sono arrivati a Tel Aviv anche Saponara e Regini, i due giocatori dell’Empoli impegnati nella finale dei play off di serie B contro il Livorno.

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