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IL ROMANISTA Totti e De Rossi, l’attesa

De Rossi e Totti

(D.Galli) – Aspettano entrambi, anche se per motivi diversi. Il futuro di De Rossi è legatissimo a quello del nuovo allenatore. Se sarà Allegri, ci sono nove probabilità su dieci che resti a Roma.

Nove e non dieci, perché di variabili ce ne sono parecchie: Mourinho, un arabo coi cammelli veri solleticato da una prestazione superba nella prossima Confederations Cup, oppure la spiacevole sensazione che Daniele sta provando di non essere più amato come prima dalla sua gente. Tutti fattori che possono spingere De Rossi a fare le valigie. Il futuro di Totti non pare invece lontano dalla Capitale. Anzi. Ma c’è da rinnovare questo benedetto contratto, in scadenza a giugno 2014. De Rossi e Totti. Risolta la questione allenatore, la terza nuova Roma made in USA dovrà sciogliere questi due fondamentali nodi. Anche perché mai come ora i tifosi hanno bisogno di certezze.

Di capisaldi. In realtà ne avrebbe bisogno anche De Rossi, che non ha disputato la sua miglior stagione, in perfetta media però con il resto della squadra. Daniele ha professato non si sa quante volte il suo amore eterno per questa maglia, è un centrocampista che il mondo ci invidia, eppure è indubbio che non vanti più parecchi estimatori. Lui legge parecchio, bazzica Internet, ascolta tutto. Sa che la tifoseria non scenderebbe in piazza qualora dovesse partire, e questo gli fa male. Al momento, siamo allo stallo. È un problema restare ma lo è anche andar via. Ha un contratto pesante in termini di ingaggio e non ci sono moltissime società in grado di sostenerlo. Una potrebbe essere il Chelsea di Mourinho (la firma è imminente), che lo avrebbe voluto già al Real Madrid. Tutti questi discorsi sono però ancora parecchio prematuri. Molto, moltissimo, dipenderà dalla scelta del tecnico. Con Allegri, in un ipotetico centrocampo a tre il perno dovrebbe essere proprio lui, Capitan Futuro. In questo scenario, chi rischierebbe di essere ceduto è Pjanic.

Questione diversa è Totti. In questo caso, non c’è alcun rapporto di causa effetto col prossimo allenatore. Vediamo quello che si sa. Si sa che Francesco non vorrebbe iniziare la nuova stagione con un contratto in scadenza a giugno 2014, si sa che Pallotta ha dato da tempo il via libera al nuovo contratto. E si sa gli americani lo considerano un doppio asset, un bene prezioso per la società: dentro e fuori dal campo. Del dentro, manco a parlarne. C’è stato un momento della stagione in cui il rendimento del Capitano è stato di gran lunga superiore a quello di ogni altro elemento della squadra. L’appannamento sul finale di stagione si deve al gioco della Roma, che spesso si è trovata spaccata in due, che spesso ha costretto Totti a giocare lontano dalla porta. Magari per recuperare un pallone perso. Magari, perché quel pallone non lo recuperava un compagno di reparto. E fuori dal campo? Totti è un asset perché quando vai a trattare con dei grandi marchi come la Disney o la Volkswagen, l’unico giocatore che abbia un appeal internazionale è Francesco. Gli americani lo sanno benissimo e anche per questo Pallotta ha assicurato: «Giocherà fin quando lo vorrà».

C’è l’aspetto economico. Certo che c’è. Ma l’intesa si troverà facilmente, l’importante è che una volta archiviate le attuali priorità – Allegri e i dubbi sul dg Baldini – Totti venga chiamato a un tavolo. Proporgli il rinnovo di un anno, magari con dei gettoni-presenza, renderebbe il dialogo estremamente difficile. Il Capitano è pronto ad accettare una decurtazione anche sostanziosa dell’ingaggio, che attualmente è di circa 5 milioni l’anno. È però fondamentale che non lo consideri uno dei tanti. Semplicemente, perché Totti è uno e basta. È unico. Sono sottolineature scontate, comunque. Il rinnovo si farà presto. Perché di cose fatte presto, oltre che bene, sono adesso assetati i romanisti. E di questo a Trigoria sono perfettamente consapevoli.

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