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IL MESSAGGERO Esoneri tv, smentite e riflessioni: una commedia all’italiana

Silvio Berlusconi

(P. Mei) – Berlusconi non ha una gran fortuna con i processi, neppure quando si tratta di quello di Biscardi: una sua presunta “dichiarazione spontanea”, data per scritta dal procuratore Biscardi ma forse soltanto intercettata, ha messo in subbuglio il giro rossonero, a cominciare da Adriano Galliani, sodale del Cavaliere fin dal Milan antemarcia.

Oggetto della contesa Massimiliano Allegri, il quale giusto lunedì si trovava a un master per allenatori a Coverciano, avendo tra i banchi sia Pippo Inzaghi, con il quale ebbe un bel diverbio, sia Andrea Stramaccioni, il dirimpettaio nerazzurro con il quale potrebbe condividere il destino dell’addio alla Madonnina. E al famoso panettone che già sembrava non dovessero mangiare neppure per il Natale 2012, figurarsi per quello che verrà.
CONFERME A PAROLE
Stramaccioni ha riscosso per tutto l’anno, insieme con le sconfitte da record statistico dell’Inter travolta anche da uno tsunami di incidenti da fare un manuale di anatomia, le parole di fiducia di Massimo Moratti: il quale, però, adesso, racconta della necessità di una “lunga riflessione” e aggiunge: “Gli allenatori sono tutti bravi, ma lavorare all’Inter è una cosa diversa”. Strana teoria, che però sembra colpire, tutte assieme, le grandi del calcio italiano.
Perché se la Juve sembra aver superato i giorni del malessere da panchina, con Conte che sta cercando di lanciare in Italia la nuova figura del “total manager” che oscura perfino un presidente dal cognome di Agnelli, dettando le regole della tattica ma anche della strategia, facendosi di tipo inglese (non per l’imperturbabilità, questo assolutamente no), con il Milan e con l’Inter accusano problemi di mister il Napoli dopo la rinuncia di Mazzarri e la Roma dopo la rinuncia ad Andreazzoli. Tra le grandi di stagione le sole a non manifestare problemi al momento sono la Fiorentina con Vincenzo Montella, alle cui orecchie però suonano e cantano le voci di sirene meneghine (la Roma, dopo averlo mollato due volte non se la sentirà di provare per la terza), l’Udinese che s’è sposata al Guidolin dei miracoli e la Lazio che si tiene stretto il suo low cost Petkovic, né troppo lodato né troppo criticato dopo una stagione partita in tromba, frenata senza l’aiuto del mercatino invernale ed attualmente in netta ripresa.
In questo bailamme si alternano voci e smentite: Clarence Seedorf segue un corso on line per trovarsi pronto alla chiamata di Berlusconi, il quale, chissà mai, forse s’augurava che non dessero al Milan quel generoso rigore che lo ha portato in Champions al posto della Fiorentina, così poteva mandar via Allegri senza dover tanto stare a spiegare; Aurelio de Laurentiis smentisce d’essersi recato a Londra per contattare e contrattare Rafa Benitez, mai amato al Chelsea dove del resto aspettano il cavallo di ritorno, o mister riscaldato Mourinho, al cui posto merengue si aspetta Ancelotti, mentre Guardiola va a Monaco di Baviera, Monaco-Montecarlo forse pensa a Mancini ma anche Parigi ci pensa.
PANCHINE E PARAFULMINI
Le italiane entrano in questa quadriglia, ma senza top mister riconosciuto tale: diciamo anche che la scarsità di cassa invita più a mirare all’allenatore che non agli irraggiungibili top players. Costa meno ed è parafulmine migliore. In attesa di fare stadi e squadre facciamo panchina e “ammuina”.
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