GAZZETTA DELLO SPORT Moratti, umore nero Stramaccioni rischia se non arriva la finale

massimo Moratti

(A. Elefante) – È rimasta solo una pallina nel flipper, prima di leggere la scritta game over. Solo una missione, ma il problema è che è diventata ancora più impossibile. È rimasta Inter-Roma di mercoledì, perché l’addio alla prossima Champions League da ieri non è solo prevedibile ma praticamente certificato e non è neanche più questione di essere testoni o meno, ma di logica e di numeri: gli stessi che oggi fanno paventare anche la prima stagione dell’Inter fuori da tutti i confini europei dalla stagione 1999-2000. È rimasto anche (ma questa non è una novità, alla 12a sconfitta stagionale in 32 partite proprio come l’anno scorso, 4° k.o. nelle ultime cinque) l’umore nero di Moratti nel vedere un castello già fragile sbriciolarsi ulteriormente via via. Nel rendersi conto che mercoledì sera, dovesse andar male, comincerà a essere ora di resettare tanto o tutto prima di ripartire, dunque ora di cominciare a prendere decisioni. Su quadri tecnici e dirigenziali, perché non per forza e non sempre è l’allenatore a rischiare anche per gli altri: non nel caso dell’Inter di quest’anno, pur sapendo bene Stramaccioni quanto conterà strappare questa finale di Coppa Italia, e poi possibilmente il trofeo, dunque una qualificazione diretta alla prossima Europa League. In caso contrario, perfino le tante blindature presidenziali degli ultimi tempi tornerebbero fatalmente in discussione e il conto potrebbe essere presentato anche al tecnico.

SURREALE Il verbo è «strappare» perché la missione sarà ai limiti dell’impossibile, appunto. Tanto più dopo che ieri ne sono fallite altre due, quelle affidate ai 90′ contro il Cagliari: non perdere per non intaccare ulteriormente il morale, oltre che la classifica; ma soprattutto non perdere altri uomini, ché già così fare la formazione non prevedeva l’imbarazzo della scelta. Come non detto: persi anche Gargano e Nagatomo, due poco meno che indispensabili in vista della Roma, che hanno aggiornato un elenco indisponibili ormai ai confini del surreale. Surreale come gli 8′ in campo di Nagatomo, che la sorte ha voluto toccato subito da Perico proprio sul ginocchio sinistro all’altezza del menisco esterno, quello preservato per 50 giorni (dal derby a ieri) per scongiurare un’operazione a questo punto forse inevitabile e garantire una disponibilità per mercoledì: quando, stando così le cose, Stramaccioni avrà solo due esterni disponibili (Zanetti e Jonathan) e a sinistra, se sceglierà di giocare a quattro, dovrà per forza dirottare il capitano o Juan Jesus (meno probabile Chivu, che magari potrebbe finire per servire a centrocampo).

LA SERIE INFINITA  Surreale come la via crucis di infortuni muscolari degli ultimi tempi, tre nelle ultime tre gare, al netto dei precedenti stop di altra natura (Mudingayi, Milito, Mbaye, Chivu, Stankovic, Nagatomo). Sampdoria-Inter: Palacio.

Inter-Atalanta: Cassano. Cagliari-Inter: Gargano. Che ieri si è stirato al quadricipite sinistro, e la beffa è che aveva saltato gli ultimi 90′, in quanto squalificato: non abbastanza, evidentemente, per non denunciare la fatica del minutaggio e dei chilometri percorsi nel 2013. A questo punto se per il Cagliari (escludendo portieri, Primavera e il preservato Ranocchia), Stramaccioni aveva 15 giocatori disponibili, mercoledì per la Roma – senza gli squalificati Guarin e Pereira – dovrà recuperare anche Chivu, oltre a Schelotto che era squalificato ieri, per arrivare a 14. O a 15 in caso di un ripescaggio in extremis di Palacio, forse però a questo punto ancor più temuto, e dunque difficile, dopo quanto successo ieri a Nagatomo. Una stagione maledetta – parole del tecnico – da giocarsi in una partita maledetta: quando tutto inizia a girare male va così, anche se le cose non girano mai tutte male per caso. E anche su questo Moratti sta riflettendo nelle ultime ore: aspettando mercoledì sera.

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