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GAZZETTA DELLO SPORT La fede di Lorella: “La finale? Ci porterò i miei figli”

Lorella Cuccarini

(C. Zucchelli) – «Portare i miei figli al derby di Coppa Italia? Certo, perché no. Per colpa di cinquanta teppisti non ci può andare di mezzo lo sport». Mamma di 4 adolescenti (Sara 19 anni, Giovanni 17 e i gemelli Giorgio e Chiara di 13), conduttrice tv e tifosa della Roma, Lorella Cuccarini confessa di non avere paura «di possibili incidenti. Ero allo stadio anche al derby di campionato con i miei figli e mentre stavamo andando all’Olimpico sentivamo per radio che c’erano incidenti. Per un attimo abbiamo anche pensato di tornare indietro, ma poi abbiamo visto che la situazione si stava tranquillizzando e siamo riusciti a vedere la partita senza problemi».

Quindi per la finale tornerete?

«Spero di sì. Vediamo quando saranno ufficializzati data e orario, ma contiamo di esserci. È una partita storica».

Manderebbe i suoi figli più grandi allo stadio anche senza di lei?

«Giovanni, che ha 17 anni, già ci va con gli amici. Non ho paura, credo sia importante che i ragazzi si avvicinino allo sport nel modo giusto. Per colpa di cinquanta o cento teppisti viene rovinato tutto il resto. Io all’Olimpico mi sento sicura».

Con i suoi figli parla spesso di calcio?

«Sì, io ho una passione per Totti mentre loro preferiscono Destro. D’altronde ha quasi la loro età… Marquinhos, per esempio, è del 1994 come la mia prima figlia. Mercoledì ero a Milano per la semifinale e per “Trenta ore per la vita” e vederli così da vicino mi ha fatto impressione perché molti di loro sono davvero dei ragazzini. È anche per questo che capisco gli alti e bassi della Roma: è una squadra giovane, bisogna avere fiducia».

A proposito di «Trenta ore per la vita». Oggi si conclude la settimana di sensibilizzazione. Quest’anno il vostro impegno è a favore dello sport.

«Sì, stiamo raccogliendo fondi per l’acquisto di defibrillatori cardiaci da donare a scuole e impianti sportivi».

Metterete all’asta anche le maglie di grandi giocatori.

«Sì, abbiamo Totti, De Rossi, Cassano, Stankovic e Aquilani: sono stati molto gentili e sensibili perché è un argomento che riguarda tutti, sia gli sportivi di alto livello, sia i non professionisti. Purtroppo c’è bisogno di raccogliere fondi e di parlarne perché l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri paesi europei».

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