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ILMESSAGGERO.IT Roma-Genoa 3-1. Notte di sogni, Totti come Nordahl: 225 gol

Totti

Momenti di storia all’ Olimpico: segnano il capitano e l’esordiente Romagnoli, che trasforma il debutto in una favola

ROMA – Roma e Genoa 3-1. Partita storica della Roma, che va a segno con Totti che raggiunge Nordahl e l’esordiente Alessio Romagnoli. Ci si mette anche Perrotta, nel finale, ad allungare la festa giallorossa.

La partita azione su azione

Francesco Totti a fine partita abbraccia i suoi due figli e piange. Lacrime che danno profondità all’impresa e aggiungono un segno forte ad una notte indimenticabile. «Roma non fa la stupida stasera». avevano intonato, forse in modo beneaugurante, gli altoparlanti dello Stadio Olimpico prima della partita contro il Genoa per rendere omaggio al maestro Armando Trovajoli scomparso poch1 giorni fa, e i giallorossi di Capitan Totti hanno raccolto l’invito alla lettera. Terza vittoria di fila dopo i successi con Juventus e Atalanta che riportano entusiasmo a Trigoria e riaccendono le speranze di arrivare nell’Europa che conta. Genoa-Roma del 21 ottobre aveva segnato la rivincita del sogno zemaniano (2-4), Roma-Genoa del 3 marzo (3-1) sarà invece ricordata come la partita della maturità per una squadra che negli ultimi due anni ha fatto dell’altalena più che del calcio il suo sport preferito. Oggi la Roma normale di Aurelio Andreazzoli invece va: cinica, determinata, magari poco bella ma feroce, come l’ha descritta il suo allenatore, ha trovato la quadratura del cerchio sistemando due-tre pedine, restituendo fiducia ai giocatori cardine, ricostituendo la chimica all’ interno del gruppo. Sono venuti fuori l’1-0 contro la Juventus, il 3-2 sul campo imbiancato di Bergamo e adesso la vittoria sudata con il Genoa imbattuto da 5 turni. La firma sulla serata la mette – per la decima volta in questa stagione – come sbagliare? Francesco Totti che segna il suo 225/o gol in A, agganciando al secondo posto della classifica all time un mito come Gunnar Nordahl. Ma a rendere ancora più festosa la serata c’è il sigillo dell’ultimo arrivato in casa giallorossa: Alessio Romagnoli, classe ’95, che sbroglia una gara che stava cominciando a diventare complicata per la truppa giallorossa. Sia per il ragazzo appena diventato maggiorenne, subito dopo aver segnato il suo primo gol in serie A, che per il capitano a fine partita nel momento dell’abbraccio con i figli, ci sono state anche le lacrime. Ballardini non rinuncia all’amato 3-5-1-1 che ha restituito fiducia (e punti) alla squadra. Da quest’altra parte, Zeman sembra un pallido ricordo, il gioco è più ragionato e meno frenetico rispetto a un mese fa, certo meno spumeggiante e arioso: imposta Pjanic (o De Rossi) che smista sull’esterno altro, poi tocca a Totti o Lamela inventare per l’attaccante di turno. Elementare ma spesso efficace. Nasce così la prima palla gol per la testa di Osvaldo che Frey smanaccia in angolo. Al 15′ l’appuntamento è con la Storia: slalom di De Rossi in area e fallo di Bovo, Gervasoni non ha dubbi e indica il dischetto. Stavolta nessuna lite in casa giallorossa: rigore, gol e 225ma marcatura per il capitano giallorosso. Il gol anzichè dar manforte alla Roma mette inaspettatamente le ali al Genoa che piano piano guadagna metri e spazi, con Bertolacci continua spina nel fianco della retroguardia giallorossa. A fine primo tempo i dati sono impietosi con l’undici di Andreazzoli: 11 calci d’angolo a zero per il Genoa (alla fine saranno 14-5), 13 tiri in porta contro appena 3 giallorossi. E meno male che Stekelenburg si ricorda di essere un signor portiere, con due interventi prodigiosi, entrambe le volte sullo scatenato Bertolacci. Ma al 42′ – dopo che Bradley ha sostituito l’infortunato Pjanic, capitola anche lui su un altro rigore (sacrosanto) fischiato per fallo di Burdisso su Borriello: 1-1 e si va al riposo.

Il secondo tempo

La Roma rientra in campo animata da buona volontà ma non basta, Osvaldo continua a latitare in zona gol, ben controllato dai difensori rossoblu. Lamela prova a fare tutto da solo ma alla fine Moretti ci mette una gamba e manda in angolo e sugli sviluppi del corner arriva la seconda festa della serata: dopo il gol del capitano (classe ’76), arriva quello di Alessio Romagnoli (’95), quasi a decretare un emblematico passaggio generazionale per la Roma baby. Dopo il vantaggio, la gara corre spezzettata, Ballardini punta al tutto per tutto e fa entrare Immobile e Rigoni per dar man forte a Borriello. La partita si infiamma nell’ultimo quarto d’ora: ne fa le spese Kucka che dopo un diverbio con Totti (giallo anche lui) si prende il secondo cartellino e finisce anzitempo negli spogliatoi. Andreazzoli fiuta l’aria e si copre, inserendo un centrocampista, Perrotta, per un attaccate, Osvaldo (che non la prende bene e viene anche fischiato dal pubblico). Com’è lontana Zemanlandia. Ma stasera la Roma non ha davvero voglia di fare la stupida Tanto basta per portare a casa 3 punti importanti, così tocca a Simone Perrotta, un’altra colonna della storia giallorossa, chiudere la partita, su assist di Totti, e far continuare la rincorsa.

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