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IL MESSAGGERO Italia, troppe ombre

Daniele De Rossi Daniel Osvaldo

(L. Danza) – L’Italia non alza la cresta. Ma trova un pareggio d’orgoglio, strappato nel finale grazie ad un gol di Verratti (il primo in azzurro per lui) che risponde a Lens. Uno a uno. Solo un Buffon in serata di grazia ha evitato il peggio, limitando i danni. L’allergia da amichevole però non è stata del tutto debellata. È arrivato un pareggio dopo 5 sconfitte consecutive nella gestione Prandelli, ben 7 su 12 partite complessive. Solo 3 i successi. Troppo poco. L’ultimo ko risale al 14 novembre 2012, a Parma contro la Francia (1-2, gol del Faraone milanista). Anche in quella occasione c’erano El Shaarawy e Balotelli. Rispetto alla sfida del Tardini, l’Italia ha fatto un passo indietro. Il gioco ieri sera non si è visto, se non negli ultimi dieci minuti quando gli azzurri ci hanno creduto e hanno trovato un pareggio insperato per quello che si era visto nell’arco della sfida. Decisivi i cambi di Prandelli nella ripresa.

L’ARIA DI FESTA L’Olanda e l’avveniristica Amsterdam Arena evocavano dolci ricordi. E la mente correva veloce agli Europei del 2000, al cucchiaio di Totti, a quella semifinale epica, a tratti drammatica, vinta ai rigori. Sugli spalti si respirava un’aria di festa. L’ordalia nasce come era nei voti. Come da tradizione l’Olanda palleggia, fa girare la sfera. L’Italia aspetta qualche metro più indietro e riparte, almeno all’inizio, troppo lentamente per mettere in difficoltà gli avversari. Van Gaal presenta un 4-3-3 frizzante, zeppo di giovani promesse guidate in mezzo al campo da capitan Strootman e dalla stella del Manchester United, Robin Van Persie. Prandelli risponde con un modulo pressoché speculare, ma in sostanza assomiglia tanto ad un 4-5-1 con Candreva ed El Shaarawy, molto bassi, costretti sovente a difendere più che ad attaccare. Là davanti Balotelli è troppo solo, fa quello che può. Il ritmo è lento. I duellanti si annusano, pigri, e all’emozione del morso letale, privilegiano l’agio della gestione oculata, in attesa che qualcuno o qualcosa offra un episodio con cui sfamarsi.
AZZURRI IN SOFFERENZA Come, per esempio al quarto d’ora, quando Buffon in controtempo respinge di piede una girata di Maher. Qualche minuto più tardi il duello si ripete. Stessa zolla. Stesso risultato. I tulipani crescono, entrano con troppa facilità dalla nostra fascia sinistra, il portiere della Juve c’è e stoppa una conclusione di Strootman. Scampato l’ennesimo pericolo, l’Italia ha un sussulto d’orgoglio. Pirlo verticalizza per Balotelli. Il suo destro è potente, ma non prende la porta. Alla mezz’ora però l’Olanda passa. Con merito. Lens addomestica (un po’ pure con la mano) la sfera, si beve Astori e di destro fa secco l’incolpevole Buffon. Nel finale gli azzurri si svegliano e sull’asse Candreva-Abate affondano un paio di volte, ma l’esterno del Milan sbaglia l’ultimo passaggio, facendo infuriare Prandelli.
I CAMBI DECISIVI Nella ripresa il menù cambia subito. L’Italia passa dal 4-3-3 al 4-3-1-2. Prandelli toglie Pirlo e Candreva. Dentro un trequartista puro come Diamanti e il romanista Florenzi (uno dei migliori), che prova subito il destro (alto). Van Gaal invece presenta Robben. L’azione dell’Olanda è sempre tambureggiante. Fuori Balotelli (fischiato, un po’ nervoso) e De Rossi per Osvaldo e Verratti. Non è serata. La scossa non c’è. Buffon si esalta ancora su Lens e Robben. L’Italia non c’è. Prandelli le prova tutte e getta nella mischia Gilardino. L’Olanda potrebbe dilagare. Controlla, governa, spreca e alla fine subisce il pareggio. 
Osvaldo (l’ultimo a mollare) ci prova tre volte, due di testa, una di piede. Gilardino sfiora il bottino grosso. La testardaggine dell’Italia viene premiata: Verratti nel recupero con una zampata firma il pari.
Finisce uno a uno. Gli azzurri evitano la sconfitta che avrebbe fatto arrabbiare Prandelli, alquanto indispettito. Sarà per la prossima volta. Il rendez-vous è fissato per il 21 marzo. A Ginevra contro il Brasile. Un’altra amichevole di lusso. Poi si farà sul serio contro Malta (26 marzo) e Repubblica Ceca (7 giugno): in palio il pass per i mondiali del 2014, prima della Confederations Cup. Un appuntamento che l’Italia non intende fallire.

 

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