(F. Oddi) – Più dell’eliminazione in semifinale di Coppa, è la classifica a certificarlo: la Roma di Alberto De Rossi, 4a a 5 punti dal secondo posto che vale la qualificazione diretta, non è la stessa dell’anno scorso. Una notizia a metà, visto che a Trigoria sapevano che il gruppo dei ’93 era migliore di quello dei ’94: era capitato anche in passato, si rimediava promuovendo sotto età i migliori Allievi. Da Aquilani a Cerci, da Rosi a Okaka, tanti hanno cominciato così.
Inserimenti non riusciti Con la nuova dirigenza la Roma opera con forza sul mercato giovanile, ma i risultati non sono stati quelli della scorsa stagione, quando Tallo, Lopez e Nego fecero la differenza. Cosa che non sta riuscendo a Lucca, regista pescato in Brasile per la prima squadra e mandato in ritiro con Zeman, che ogni tanto lo porta in panchina, ma non sembra entusiasta delle sue doti. Non entusiasma neppure il francese Yamnaine: la Roma poteva prenderlo un anno prima, lo lasciò andare al Parma, che non lo ha tenuto. Fuoriquota, è più vecchio di Marquinhos e Romagnoli, con la prima squadra ha fatto solo un allenamento prima di Roma-Inter. Il romeno Bumba è partito fortissimo, 3 gol nelle prime 4 partite, ma nelle ultime gare sembra irriconoscibile, il brasiliano Gonzalez è venuto dal Flamengo per giocare una sola volta, Ferrante e Svedkauskas non stanno andando male ma ci si aspettava qualcosa di più: i trascinatori sono Frediani e Matteo Ricci, romani arrivati alla Roma a 11 anni. E il Napoli di Roberto Insigne, che domina il girone, sembra la Roma di qualche anno fa: due stranieri tra campo e panchina, gli altri cresciuti in casa.