

Andreazzoli veste la tuta giallorossa da poco meno di otto anni. A Trigoria si muove come fosse a casa: «Sono stato chiamato dalla società per fare questo lavoro e cercherò di farlo nel migliore dei modi. In questi giorni ho dormito tre ore a notte e vorrei essere giudicato per il mestiere che faccio. Sono un uomo della società e quando mi verrano date nuove prospettive mi rimetterò alla volontà del club» . Dopo aver fatto capire che non ci sarà alcun problema a tornare a fare il collaboratore, qualora la Roma decidesse così, il tecnico giallorosso si concentra sulle prime mosse: «C’è subito una partita e la partita è la cosa più importante. Insieme alla squadra, perché non va mai dimenticato che i calciatori sono i protagonisti di questo gioco. Dobbiamo ritrovare fiducia, autostima e quei sentimenti che si sono sopiti nel tempo. Io ho visto la Roma arrivare in alto e poi tornare giù e ne conosco i motivi. Servono ambizione e voglia di vincere, e non lo dico come slogan tramite il quale non otterrei un bel niente. E poi un’altra cosa fondamentale, serve anche il sentimento del dolore della sconfitta perché se non si soffre come tutti i tifosi, gli innamorati della Roma, non andremo mai da nessuna parte. Se ci metteremo queste cose, con forza e usando le energie esterne, la gente che ci segue capirà che la strada è quella giusta» .