IL ROMANISTA I Celtics nel nostro destino

James Pallotta

(M.Izzi) – Il conto alla rovescia in casa Roma è già iniziato, dal 30 dicembre al 1° gennaio 2013 la Lupa sarà in trasferta per il XII° tour americano della sua inimitabile storia. La squadra si allenerà nelle strutture del Disney’s Espn Wide World of Sports Complex e i tifosi potranno assistere a un’amichevole con una squadra di “caratura internazionale” di cui non è ancora stato comunicato il nome. La Roma e gli USA dunque, un mare di ricordi, di campioni, di aneddoti, che hanno riempito gli annali giallorossi dal marzo del 1967 fino ai nostri giorni. In quella stagione, complice una partita amichevole della Nazionale contro il Portogallo e una gara del girone eliminatorio del Campionato Europeo contro Cipro, il club giallorosso ebbe il ritaglio di tempo necessario per pianificare il primo tour a stelle e strisce della storia.

Erano quelli anni in cui la Roma aveva imboccato con decisione la strada dell’ esplorazione di nuovi continenti. Solamente pochi mesi prima, nell’ estate del 1966, si era consumato il leggendario tour australiano: 45 giorni, record insuperato di permanenza di una squadra italiana in un altro continente. I dirigenti giallorossi in quelle settimane avevano potuto sperimentare direttamente l’entusiasmo straordinario e commovente della comunità italiana d’Australia che aveva sommerso di affetto Losi e compagni. A quel punto era stato quasi naturale pianificare il viaggio negli States.

Il decollo verso gli USA avvenne il 20 marzo, la rotta prevedeva uno scalo ad Amsterdam e l’approdo a San Francisco. Da poche settimane, proprio nel Golden Gate Park di San Francisco, era ufficialmente esplosa quella che sarebbe passata alla storia come la leggendaria “Summer of love”. La Roma disputò la prima gara americana al Kezar Stadium (la casa dei San Francisco 49ers, demolita nel giugno del 1989) il 23 marzo contro il Flamengo, davanti a 10.000 spettatori. Come si può leggere nel tabellino del match, amorevolmente ricostruito da Massimo Germani, questi furono i pionieri giallorossi scesi in campo in quella gara (vinta per 2-1 con reti di Peirò e Barison): Pizzaballa (01’ 2t Ginulfi); Sirena, Carpenetti (01’ 2t Sensibile); Carpanesi, Losi (20’ 2t Carpenetti), Ossola; Colausig (01’ 2t Pellizzaro), Peirò, Schütz (01’ 2t Enzo), Tamborini, Barison. Allenatore: Pugliese. Dopo il tour del 1967 (proseguito con un’altra gara disputata a New York), negli anni 70 la Lupa è tornata in quattro occasioni nel Nord America (1972 – 1976 – 1977 – 1978). E’ impossibile dare conto di tutte le vicende che si consumarono durante questi tour, ma certamente non ci si può non annotare la prima gara disputata a Boston, il 15 agosto 1972, contro l’Ujpest Dozsa Budapest al Nickerson Field della al 1953 era stato il campo dei Boston BraBoston University. Il Nickerson Fieldves, poi spostatisi a Milwaukee, la Roma ebbe la ventura di calcare anche questo campo così ricco di storia. Proseguendo in questo nostro disordinato viaggio, non possiamo mancare di ricordare la bella vittoria ottenuta a New York il 22 giugno 1976, contro il Boca Juniors di Buenos Aires allenato nientemeno che dall’ex Lorenzo. Questo match venne disputato in uno degli stadi più leggendari della storia, lo Shea Stadium. Rocca, Santarini, Cordova, De Sisti, Prati, e tutti gli altri romanisti, si trovarono a calcare lo stesso terreno che quasi 10 anni prima (esattamente il 15 agosto 1965) era stato teatro del più famoso e leggendario concerto dei Beatles. Per ammirare John, Paul, George e Ringo, accorsero 55.000 fan scatenati (per un incasso di 304.000 $), la Roma nel suo “piccolo” si difese alla grande portando al botteghino, per una gara amichevole, qualcosa come 19.555 spettatori paganti. Facciamo un grande salto, ce lo impone lo spazio a disposizione e arriviamo al 24 maggio 1980. Quel giorno un pubblico di oltre 32.000 spettatori paganti potette assistere a duelli da fantascienza tra Carlo Ancelotti e Franz Beckenbauer, Agostino Di Bartolomei e Johan Neeskens, Bruno Conti e Carlos Alberto, Francesco Rocca e Giorgio Chinaglia. Stiamo parlando di un Roma – Cosmos disputato al Giants Stadium di East Rutherford (New Jersey).

Il nostro racconto prosegue con il tour del giugno del 1987, quello in cui la comitiva giallorossa si trovò a soggiornare nello stesso albergo dei Boston Celtics, impegnati, proprio in quei giorni, nelle finali NBA contro i Los Angeles Lakers. Ci spostiamo ancora e facciamo una panoramica sugli anni 2000 (tour americani nel 2000, 2002, 2004 e 2012). Fece epoca in questi anni, il match disputato, sempre al Giants Stadium, contro il Real Madrid di Casillas, Roberto Carlos, Figo e Zidane, una gara (conclusa in pareggio), che ebbe l’alto patrocinio dell’ONU. Il proscenio del Giants Stadium viene nuovamente ad accendersi, il 3 agosto 2004, per uno sfortunato match contro il Liverpool del futuro romanista Riise e di Gerrard. In attesa di una rivincita in gara ufficiale (e l’aspettiamo tutti con grandissima impazienza), la Lupa, proprio nell’ultimo tour del 2012 ha battuto i reds a Boston (nel mitico Fenway Park) il 25 luglio, con le reti di Bradley e Florenzi. Per apprendere nel dettaglio la sterminata serie di aneddoti legati ai tour americani della Roma, il 6 dicembre sarà nelle librerie un’opera (che gode del marchio ufficiale concesso dall’ AS Roma e del coordinamento storico scientifico del Centro Studi dell’ Unione Tifosi Romanisti), che propone una serie nutritissima di memorabilia, foto (tra le quali quelle strepitose di Luciano Rossi a cui si deve l’immagine di copertina) e curiosità varie. Chi volesse saperne di più può visitare il sito della Casa Editrice Goalbook Edizioni (www.goalbookedizioni.it).

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