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GAZZETTA.IT Da Denis a Osvaldo, i ripescati d’oro I dietrofront del calcio italiano

Osvaldo esulta

(gazzetta.it) Gli errori costano cari, ancora più cari se poi decidi di ricomprarli. Perché nel calcio capita di prenderne uno, mandarlo via perché non ti ha convinto fino in fondo e poi vederlo sbocciare altrove, attirando le mire di acquirenti altolocati. Succede, è umano.

Successe con El tanque Denis, che a 22 anni vivacchiava da carneade in C1 salvo poi tornare in Argentina e sei stagioni dopo è tornato a Napoli dalla porta principale, pagato 8 milioni all’Independiente. Successe con Pablo Osvaldo, che l’Espanyol riscattò dal Bologna a prezzo di favore e dopo 22 gol in un anno e mezzo ha rivenduto al triplo. E magari succederà anche con Pierre Aubameyang, uno degli attaccanti più caldi di Ligue 1. Lo scorso weekend ha messo a ferro e fuoco la difesa del Psg di Ancelotti, che lo ha visto crescere nelle giovanili del Milan (insieme a suo fratello Willy) ma non gli ha mai dato una chance “vera”. Così, dopo tre prestiti senza infamia né lode (Digione, Lilla, Monaco) finisce a St. Etienne dove esplode e lo riscattano definitivamente dai rossoneri. Quest’anno ne ha fatti già 7, la sua rapidità negli ultimi 16 metri a nord delle Alpi non si marca, e per lui già si parla di mercato: la Roma lo osserva, due-tre inglesi pure.

UOMINI ALTROVE — Di quelli che da noi non abbiamo capito la lista è lunga. Eliseu alla Lazio non vedeva campo, a Malaga è uno dei pilastri e lo punta forte il Benfica. Mannone mollò l’Atalanta a 17 anni e dopo tanto peregrinare adesso si ritrova in porta all’Arsenal con le azioni in rapida ascesa. Michael Odibe invece è ancora di proprietà del Siena, e al suo secondo prestito di fila in Ucraina (Arsenal Kiev prima, ora Dnipro) ha dimostrato che anche in campo europeo lì dietro ci sta alla grandissima. Scarti anche ad alto livello: Menez è tra i più continui nell’attacco atomico del Psg, cosa che alla Roma non succedeva, e Huntelaar continua a buttarla dentro a ritmi altissimi (capitava anche al Milan, ma l’utilizzo era quello che era).

PER POCO — Ci sono altri, invece, per cui questo discorso si tronca alla base. Potevano arrivare, sono stati vicini, vicinissimi, e invece nisba. Chissà cos’avrebbero fatto, col senno di poi si può solo pensare bene. Yilmaz, per esempio, che la Lazio non ha agguantato a causa di un dilungarsi della trattativa col Trabzonspor dovuto alle modalità di pagamento, è bomber che avrebbe fatto un figurone da Lotito così come sta facendo al Galatasaray. Varela era nel mirino del Bologna: costicchiava, vero, ma ne valeva la pena perché fior di attaccante e al Porto lo sta dimostrando. E poi Lacina Traoré, uno degli attaccanti più letali e meno prevedibili d’Europa. Alto 2.03 e agile come un felino, ha steso il Liverpool intercettando spalle alla porta un lancio a mo’ di sombrero che ne ha uccellati due, con pallonetto al portiere subito dopo. Ai tempi del Cluj veniva via con 2-3 milioni, lo offrivano in Italia, piaceva a Roma e Udinese ma niente oltre il mero gradimento. In estate l’Anzhi l’ha pagato 18, e si è tutt’altro che deprezzato.


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