(M. Barbadoro) – Karel resta dov’è. Anzi no. Decisivo il faccia a faccia avvenuto dopo l’ora di pranzo tra Zeman jr e la dirigenza granata che ha infatti indotto i vertici del Fano a sollevare dall’incarico il giovane tecnico. Che da parte sua, interpellato per dare spiegazioni sulle proprie scelte e sull’atteggiamento in occasione della storica debacle con l’Alessandria (0-6 casalingo), evidentemente non ha convinto Gabellini e soci. Seduta stante è scattato l’esonero che ha posto fine ad un matrimonio celebrato tra lo stupore generale ed esauritosi in maniera altrettanto sensazionale. Aveva infatti colto di sorpresa, considerato anche il suo non corposissimo curriculum, la chiamata di marzo in sostituzione di Gabriele Baldassarri a otto giornate dal termine del campionato scorso e con il Fano che numeri alla mano viaggiava a ritmo da play-off. Non meno clamoroso è stato l’addio, invocato a gran voce dal pubblico fanese e maturato a neanche ventiquattrore dalla riunione societaria che di fatto lo aveva tenuto aggrappato alla panchina granata. A precedere il siluramento, contrariamente all’andamento di papà Zdenek in giallorosso, una scia nera di risultati, a cominciare dallo 0-3 col Gubbio e dallo 0-2 col Foligno nei 90′ del Memorial “Mancini”, per poi passare allo 0-2 col Rimini e allo 0-1 col Santarcangelo in Coppa Italia fino all’inaccettabile 0-6 con i grigi piemontesi, che di gol ne avrebbero potuti segnare persino di più per quante volte si sono ritrovati a tu per tu col malcapitato portiere di scuola Roma Proietti Gaffi. Di segno indubbiamente più positivo era stata la prima parte della sua esperienza all’Alma, che aveva archiviato con un bottino di quattro vittorie, un pareggio e tre sconfitte subite con avversari di alta classifica. (…)