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CALCIOSCOMMESE. Signori in ansia per due assegni di Marcio Di Vaio

Beppe Signori

Prosegue l’inchiesta sul “calcioscommesse” della Procura di Cremona. Torna in auge il nome dell’ex bomber della Lazio Beppe Signori, che , a quanto raccolto dalle ultime intercettazioni, avrebbe espresso delle preoccupazioni con il suo investigatore privato. Signori, appunto, parlando con Ugo Vittori ha presentato i suoi dubbi in merito la posizione di Marco Di Vaio.  Il capitano del Bologna, estraneo all’inchiesta, “è stato chiamato a Cremona” per via di due assegni da 2500 euro con cui aveva pagato varie bollette. I due, per quanto sia noto che Di Vaio è inquilino di Signori, temono che per l’accusa questi due assegni possano essere ricondotti alla vicenda delle scommesse. Il 29 novembre scorso Vittori chiama Signori cui chiede di «Giuda» (secondo gli agenti della Polizia di Stato il loro amico Gian Paolo Zani). “Signori in merito a ‘Giudà – annotano gli investigatori – risponde che ha trovato i soldi, ‘Domani andiamo in banca per il prefinanziamentò. I due poi parlano del ristorante e poi Beppe chiede a Ugo se ha parlato con Alfonso dell’assicurazione. Ugo risponde che dovrà vederlo domani poi gli farà sapere. Beppe dice che ha detto due cose a Patrizia che a sua volta gli riferirà. Beppe comunque riferisce che una delle due cose è che hanno chiamato a Cremona Di Vaio perchè ha fatto due assegni di 2500 euro a Signori. Beppe aggiunge che si trattava dei pagamenti delle bollette da pagare ed aggiunge che sono cose impensabili. Ugo dice che in un’ottica di calcio scommesse un assegno di un giocatore del Bologna a lui poteva essere visto come un pagamento per delle scommesse. Ugo dice di stare tranquillo perchè tutti sanno che Di Vaio era un suo inquilino”. “Ugo – scrivono gli investigatori – dice che gli accertamenti che stanno facendo, non fanno altro che confermare la loro posizione di estraneità di Signori ai fatti contestatigli dall’Autorità giudiziaria, nello stesso modo dovranno essere considerati anche i contatti da lui avuti con i cinesi, ritenendo che gli inquirenti dovrebbero aver appurato che erano tutti leciti perchè riconducibili a un cittadino cinese che ricopre incarichi tecnici nell’ambito del mondo del calcio”.

Fonte: Ansa

 

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