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PALERMO. Si dimette Sean Sogliano

Sean Sogliano

Ricorrenze piacevoli e tristi, corsi e ricorsi storici. Il Palermo ieri ha festeggiato il compleanno, esattamente a 111 anni dalla sua fondazione; oggi ha commemorato come peggio non si poteva l’addio al club del ds Walter Sabatini (2 novembre 2010) con le dimissioni del suo successore, Sean Sogliano. Quest’ultimo, dopo avere ascoltato e riascoltato, elaborato, ingoiato e assimilato le dichiarazioni rilasciate ieri da Maurizio Zamparini (“… se Sogliano pensa di comandare ha sbagliato società, il padrone sono io e lui è solo un collaboratore…”), ha preso la decisione più opportuna: lasciare il club rosanero. La sua avventura al fianco dell’esplosivo Zamparini è durata quattro mesi e mezzo, giorno più giorno meno. Una decisione nemmeno troppo sofferta, la sua, dal momento che, con il patron friulano, da tempo i rapporti si erano ormai raffreddati e che Sean notoriamente non ama recitare il ruolo di ‘assistentè di un presidente. Sembra perfino superfluo sottolineare che l’addio di Sogliano ha aperto uno squarcio nel presente e nel futuro del club rosanero, la cui storia – da quando acquistò le quote azionarie (luglio 2002) dalla famiglia Sensi – è stata notoriamente costellata da successi mai raggiunti prima, ma fatalmente caratterizzata da tormentate vicende tecniche e soprattutto societarie. Allenatori che vanno, vengono, (ri)vanno e tornano, idem per i direttore sportivi. Un tormentato viavai quasi senza soluzione di continuità (per non parlare dei calciatori), nel segno della più discutibile instabilità. A questo punto è difficile stabilire cosa accadrà nell’immediato futuro, ma è da escludere – si apprende da fonti molto vicine alla società – una pericolosa forma di autogestione nei rapporti fra squadra e società, già sperimentata nella passata stagione, dopo la ‘fugà di Sabatini. Insomma, un direttore sportivo arriverà. Già, ma chi? Tutti i nomi snocciolati prima dell’arrivo – peraltro un pò a sorpresa – di Sogliano sono stati bruciati, o comunque attualmente risultano tesserati con altre società. Rino Foschi, attuale ds del Padova, per esempio, ha sempre confidato ai propri amici di Palermo che in rosanero che tornerebbe a piedi, di corsa. Chi conosce bene Zamparini, e ‘leggè nei suoi pensieri, sa però che per lui esiste un nome solo: ed è quello di Giorgio Perinetti, attuale direttore sportivo del Siena, che ha lavorato a Palermo a più riprese, conosce l’ambiente come nessuno, ha una moglie palermitana e già con Zamparini ha avuto una serie di contatti. “Con Sogliano eravamo alla frutta”, ha detto Zamparini all’ANSA, prima di ufficializzare la rottura. Dopo le dimissioni (o il licenziamento, a questo punto cambia poco) c’è chi immagina anche un’avventura senza futuro per Devis Mangia, il giovane allenatore che proprio l’ormai ex ds ha suggerito a Zamparini per il dopo-Pioli e che finora, almeno nelle partite in casa, ha fatto miracoli. Il vicepresidente Guglielmo Miccichè garantisce che l’allenatore “non corre rischi, non si tocca”, ma alla fine è sempre Zamparini quello che decide. Del resto è stato lo stesso presidente rosanero a ricordarlo ieri: “Il padrone sono io”. E su questo non ci sono dubbi.

Fonte: Ansa

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