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Conferenza stampa, PETRACHI: “Tante falsità dai media. Ora in difficoltà, abbiamo perso l’umiltà. Mercato di gennaio condizionato da un possibile cambio societario”

gianluca petrachi

In occasione della conferenza stampa di presentazione degli ultimi arrivati in casa Roma, Carles Perez, Roger Ibanez e Gonzalo Villar, è intervenuto anche il dsPetrachi. Queste le sue dichiarazioni:

“Prima della presentazione mi premeva puntualizzare e far chiarezza su alcuni aspetti, perché a volte quando si scrive, si scrivono delle ca**ate e passano per vere se non si ferma l’emorragia. Alla mia prima presentazione avevo detto che per la Roma era l’anno zero, per recuperare dagli errori fatti negli anni precedenti. Con tanta umiltà e voglia mi sono calato nella parte e penso che in questi 6 mesi sia stata fatta una grandissima mole di lavoro, sto portando con convinzione il credo e la filosofia della società per trasformare qualcosa che nello scorso anno non ha funzionato. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione, magari qualcuno l’ha dimenticato: la Roma ha fatto uscire 20 giocatori e fatti entrare 14. La Roma non compra un giocatore con 70 milioni, ma 7. In un progetto del genere è evidente che io abbia chiesto pazienza e comprensione da parte di tutti, quando ci sono delle rivoluzioni qualcosa può venire bene, qualcosa meno. Non amo calunnie e falsità, che spesso escono fuori da qualche media da vigliacchi, magari sarò una persona scomoda perché non rispondo ai vostri messaggi, la mia schiena è sempre dritta. Oggi mi volete attaccare e va bene, ma vado avanti per la mia strada per fare il bene della Roma senza farmi spappolare, fino all’ultimo giorno che sarò qua porterò avanti la mia idea di calcio e cercherò di portarla a compimento. Ce la sto mettendo tutta. Fino a 20 giorni fa si decantava una Roma importante, che giocava il miglior calcio in Italia, ora siamo in difficoltà e sono preparato, ma non alle calunnie e alle falsità. Posso spaziare da giornale a giornale, ho tanti articoli: dalla ‘Gazzetta dallo Sport’, dal ‘Corriere dello Sport, ‘Il Tempo’. Faccio degli esempi: ‘Petrachi viene bacchettato da Dzeko perché pretende più qualità’. Dzeko fa il calciatore e comunque non si sarebbe mai permesso. Lui è capitano e leader, se deve fare qualcosa, lo fa con i ragazzini nello spogliatoio. Si dice che io sia stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova proprietà in arrivo, che volevano sapere eventualmente le possibile spese future della Roma: altra inesattezza totale. Molti mi hanno censurato, sembravo un killer e non il ds: sembrava potessi essere squalificato, sono stato assolto, molti ci hanno marciato, ho rispettato le regole e faccio il mio lavoro in maniera onesta da 30 anni, molti sono stati smentiti. Non parlo solo a livello cartaceo, ma anche televisivo. Voglio concludere, sono consapevole del momento difficile, dove dobbiamo abbiamo smarrito un po’ di umiltà, forse la prestazione del derby ci ha fatto volare un po’ alti. Se la squadra gioca con cattiveria e voglia, può mettere in difficoltà chiunque, altrimenti senza determinazione nel gioco di Fonseca si fatica. Questa squadra ha dimostrato qualcosa di importante, abbiamo sbagliato partite con Sampdoria, Torino, Sassuolo e Bologna e questo deve farci riflettere. Noi lo sappiamo, dobbiamo fare molto di più, credere di più in ciò che facciamo, metterci cattiveria e umiltà: questo è lo slogan. Ho investito sui giovani, ma i frutti vengono dopo un po’. Questa squadra gioca con 6/11 di nuovi acquisti ogni domenica, ciò testimonia che serve tempo. E’ una squadra giovane, mi auguravo queste difficoltà non arrivassero mai, ma dobbiamo affrontarle con umiltà. Nei momenti di grande difficoltà è venuta fuori, forse la più bella Roma vista è stata nel periodo delle tante defezioni. Mi sono identificato con questo gruppo, non lo rinnego. In questi ultimi 20 giorni la squadra è venuta meno per carattere e spirito. Cercherò di far capire loro quanto sia importante mettere la cattiveria e la passione che vogliono i tifosi. Ho chiamato Perez il giorno dopo il Sassuolo e gli ho detto che la piazza è passionale e si affeziona al giocatore che mette l’anima in campo, il tuo atteggiamento con il Sassuolo non mi è piaciuto. Questo per far capire loro dove sono arrivati e cosa devono fare. Credo fortemente in questi tre ragazzi, possono essere il futuro della Roma, che sento mia anche se qualcuno mi vuole già tagliare la testa. Come ho chiesto sei mesi fa, chiedo ora pazienza. Abbiamo ragazzi giovani, che devono crescere. Ma anche questa è una strategia. E’ troppo facile per un giornalista scrivere ca**ate, se qualcuno ha qualcosa da dire non ho problemi a confrontarmi. Qualcuno ha detto che mi hanno tolto la parola, che Petrachi parla male e ha dei lapsus, ma sono qui a parlare. Ribadisco questo, visto che non ho avuto tempo e modo di parlare a chiusura del mercato, per far chiarezza su tutto. Altra cavolata che è stata detta è che c’è qualcosa tra me e Fonseca. L’allenatore ha il predominio nello spogliatoio, ma se vedo qualcosa nei miei giocatori a livello comportamentale, dico ciò che penso senza prevalere su Fonseca né nessuno. Devo tutelare società e tifosi che pagano il biglietto e vogliono vedere una squadra che li rappresenti”.

Su Ibanez…
“Il mio amico e il vostro ex ds Sabatini ha detto inesattezze, Ibanez non ha avuto un contratto doppio rispetto a ciò che gli garantiva il Bologna, non è una questione economica, ma ha scelto la Roma, convinto dal progetto e da Fonseca. Qui prende gli stessi soldi. Nessuno deve mettere in discussione l’aspetto morale del ragazzo, ha fatto una scelta di campo e per il suo futuro, non ha fatto una scelta economica, lo ribadisco a supporto del ragazzo”.

Può chiarire l’episodio dell’intervallo contro il Sassuolo? 
“Dopo il 3-0 dopo 45 minuti mi è venuto spontaneo entrare nello spogliatoio per far capire ai ragazzi che la prestazione era penosa e bisognava tirar fuori gli attributi. Poi è entrato il mister, che ha parlato alla squadra. Dopo aver detto ciò che pensavo, mi sono fatto da parte e ho ascoltato il mister. Io sono sempre nello spogliatoio a contatto con i ragazzi, trovo legittimo farmi delle domande e far sentire la voce della società, che in quel momento rappresento. In quel momento c’era da vergognarsi. Voi siete bravi a cogliere gli spifferi, io sono omertoso e sto attento agli sciacalli che vogliono speculare. Queste sono cose che devono rimanere nello spogliatoio, questo è gossip secondo me e non sano giornalismo. Se qualcosa va storto, ho tutto il diritto di dire ciò che penso: lo farò, può piacere o no, l’importante è che nella nostra struttura ci sia coesione”.

Ha fatto riferimento alla strategia della Roma, a gennaio sono arrivati 3 giovani. Come si coniuga questa strategia con l’obiettivo di raggiungere il 4° posto?
“I giovani sono linfa per l’immediato e il futuro. Le difficoltà a gennaio sono state tante, lo sanno anche i muri, cambi di società creano scompensi: non sei padrone di fare ciò che vuoi. Non è facile sostituire giocatori come Zaniolo o Diawara, due pilastri che stavano facendo le migliori cose della stagione, si è anche sfortunati. L’idea del ds è prendere due giocatori forti, Villar e Perez, nei quali credo molto, anziché prendere altri giocatori proprio perché c’è un closing in atto: non si possono fare certi tipi di operazioni per delle criticità per un eventuale passaggio di proprietà che ancora non è avvenuto. Ho spiegato ai giocatori a Natale che può succedere qualcosa come non, loro devono pedalare in campo. Non pensate arrivi Paperon de’ Paperoni e compra chissà chi. Il progetto è partito 6 mesi fa e non cambia con il cambio societario, la squadra deve essere lasciata in pace da queste problematiche. Il mercato di gennaio non è quello di giugno. Sabato deve essere vista come una finale, dobbiamo fare una partita importante e tirare fuori sana cattiveria. Sono convinto che ne usciremo, anche più forti”.

Non crede sia necessario una maggiore comunicazione dei media con lei?
“Siete in tanti, non posso fare figli e figliastri. Non è semplice parlare con chiunque, chi fa il mio lavoro più lo fa in modo silenzioso e più è redditizio. Io preferisco star zitto. Quando c’è qualche problema, sono qui per parlarne. Non mi sono mai sottratto alle domande, sono stato sempre onesto e leale. Questo è il mio modo di essere a livello lavorativo. Se mi si chiede di fare una conferenza pubblica di tanto in tanto, non mi tiro indietro. Ma se mi chiedete di prendere un caffè, non lo faccio per rispetto di tutti voi. C’è il pesce grande e piccolo, non voglio dare da mangiare a nessuno. Posso essere simpatico o meno”.

Quali sono le calunnie scritte da “Il Tempo”? Non abbiamo scritto tutte le cose che lei ha detto, vorrei un chiarimento. E’ un termine forte e pesante.
“Non ho parlato de ‘Il Tempo’. Ho qui ‘Gazzetta dello Sport’ e ‘Corriere dello Sport’, mi è sfuggito. Non leggo, evito di ascoltare, ho l’ufficio stampa che mi aggiorna. Mi è scappato, non era mia intenzione citarlo”.

 

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