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Stadio, M5S alla conta L’Avvocatura: “Con il no nessun rischio penali”

(M. Favale) – Due anni dopo, sembra di essere tornati al punto di partenza. A quando i M5S da sempre contrari alla costruzione dello stadio della Roma a Tor di Valle,compulsavano l’Avvocatura capitolina per conoscere gli eventuali rischi di un voto che bocciasse l’impianto voluto da James Pallotta. Su quel parere redatto a inizio 2017 dai legali del Campidoglio c’è anche un giallo: non si trova più, sparito nonostante le richieste di accesso agli atti avanzate dalle opposizioni. Ora, però, due giorni fa, i consiglieri 5 Stelle, insieme alla giunta, in una riunione allargata ai Municipi, hanno ascoltato un ventaglio di ipotesi avanzate dagli avvocati del Comune a seconda di come la maggioranza deciderà di comportarsi in Aula prima dell’approdo, probabilmente in piena estate, della variante urbanistica, l’atto decisivo che, se approvato, dovrebbe consentire un rapido avvio dei lavori. Ma, appunto, cosa succederebbe se alla fine la maggioranza decidesse fare retromarcia? Secondo quanto emerso nella riunione di due giorni fa i consiglieri di maggioranza non dovrebbero incorrere in rischi di penali milionarie da parte della società giallorossa. L’ipotesi avanzata, il “paracadute” per i 5 Stelle, sarebbe la revoca dell’interesse pubblico. Un atto non semplice che andrebbe puntualmente motivato ma che potrebbe aprire a una scappatoia per evitare azioni risarcitorie. O comunque limitarle nella portata e nel valore. Una strada che l’M5S deve ancora decidere se percorrere. «Non abbiamo deciso e dobbiamo riunirci per capire cosa fare — spiega un consigliere di maggioranza che chiede l’anonimato — la giunta ci ha chiesto il massimo riserbo sulla questione». Dopo le inchieste e gli arresti, ultimo quello di Marcello De Vito,insomma, i 5 Stelle vogliono capire se e come è possibile tirarsi indietro. Esattamente come due anni fa. Anche perché, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del capogruppo M5S Giuliano Pacetti, il fronte interno alla maggioranza non è per nulla compatto. Non solo nei Municipi interessati (la commissione urbanistica del IX lo ha già bocciato, l’XI si appresta a farlo) ma anche tra i 5 stelle in Aula Giulio Cesare la fronda contraria si fa sentire. E per mandare sotto in Assemblea l’M5S bastano 6 voti.

Fonte: la repubblica

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