Il Messaggero Italia, prove d’identità

(U. Trani) – L’Italia, da Udine a Parma, deve restare se stessa. Nello spirito e nel risultato. Perché Mancini, coinvolgendo gran parte del suo gruppo, mostra a Parma l’altra faccia della Nazionale, cambiando sette-undicesimi della formazione che, sabato sera, ha battuto la Finlandia nel 1° match delle qualificazioni verso Euro 2020. Il ribaltone, insomma, è servito. Fondamentale, però, è replicare l’impronta che accompagna gli azzurri ormai da ottobre, evitando di complicarsi la vita proprio sul più bello. Probabilmente è la notte giusta, pesato l’ospite: al Tardini si presenta il Liechtenstein che al 181° posto del ranking Fifa.

GOLEADA PER SFIZIO – Solo 10 gol in 10 partita: l’Italia semina bene, ma senza raccogliere quanto dovrebbe. La nazionale guidata dall’islandese Kolvidsson invita alla raffica: negli unici 2 precedenti, con Ventura ct, gli azzurri realizzarono 4 reti a Vaduz (novembre 2016) e 5 a Udine (giugno 2017) nelle qualificazioni mondiali. Non bastarono per tenere il ritmo delle Spagna che si scatenò contro la selezione del Principato. Ma la situazione verso Euro 2020 è diversa: passano le prime due di ogni gruppo e non solo una. Quindi non è necessario esagerare, anche se segnare fa comodo per non correre alcun rischio nella possibile corsa a tre che chiama in causa anche la Grecia e la Bosnia, le avversarie di giugno. Il debutto del Liechtenstein sabato a Vaduz, è stato dignitoso: 0-2 contro la nazionale ellenica. «Bisogna sbloccare presto il risultato: loro si chiuderanno e sarà comunque dura. Non c’è niente di scontato. Mai. E bisogna comportarsi sempre allo stesso modo sia se affrontiamo il Brasile sia se giochiamo contro la Finlandia. Serve, per essere forti, la stessa identità e la stessa concentrazione, a prescindere dall’avversaria» avverte Mancini. «Non dobbiamo pensare di risolvere la partita con una giocata. Sarebbe un errore non conservare il filo del gioco».

STESSO COPIONE – Il ct conferma solo Bonucci, Verratti, Jorginho e Kean. In porta test per Sirigu, titolare nell’amichevole di novembre contro gli Usa: l’ultima partita vera all’Europeo in Francia (2016) contro l’Irlanda. Mancini sarà il 16° debuttante di questa gestione e farà il terzino destro per l’indisponibilità di Florenzi e Piccini. Romagnoli va accanto a Bonucci e Spinazzola passa a sinistra. Sensi mezzala, Politano esterno destro. E dopo quasi 9 anni, Quagliarella titolare (giugno 2010, contro la Svizzera). Mancini lo incorona: «Non è a gettone, lui merita di stare qui: è il capocannoniere del campionato. Se segna un gol o due a partita, come fa ultimamente, viene all’Europeo». Ma si tiene stretto anche Immobile: «Quagliarella è entrato quando la Finlandia ha smesso di difendersi. Ciro, infastidito per i cori del pubblico per Fabio, ha fatto una grande partita». Il 10 a Bernardeschi, anche se al Tardini si dovrebbe accomodare in panchina. «Giusto che l’abbia preso lui: vedrete che diventerà decisivo anche come realizzatore» spiega il ct. A riposo capitan Chiellini e fascia all’altro senatore Bonucci che sposa il nuovo corso: «Mancini ha un gioco diverso dagli altri allenatori e noi lo seguiamo». Conferma per il millennial Kean: «Siamo stati giovani anche noi e gli errori alla sua età si fanno: deve migliorere con l’Italia». E prima da titolare, con questo ct, per Spinazzola, formidabile al debutto in Champions nella rimonta contro l’Atletico Madrid. La Juve, insomma, si sta riprendendo la Nazionale: 6 i convocati, con il portiere Perin.

Top