IL TEMPO Stadio della Roma, nodo cubature

Stadio della Roma (foto asroma.it)
Stadio della Roma (foto asroma.it)

(V. Di Corrado – M. Villosio) – Circa 100 mila metri cubi in più del dovuto, su un progetto che prevede la realizzazione di opere per poco meno di un milione di metri cubi. Secondo il Movimento 5 Stelle è questa la cifra che Roma Capitale ha concesso come «regalo» al costruttore che deve realizzare lo stadio dell’As Roma e su cui la Procura sta indagando.

LA PUBBLICA UTILITÀ – L’inchiesta – la seconda in ordine di tempo che riguarda la costruzione dell’impianto giallorosso – è partita da due esposti presentati lo scorso dicembre, sia alla magistratura penale sia a quella contabile, da M5S e dal comitato dei residenti di Tor di Valle. Il fascicolo al momento non prevede ipotesi di reato né persone iscritte nel registro degli indagati. Gli inquirenti, però, vogliono vederci chiaro sull’iter amministrativo che si è concluso con il via libera alla costruzione dello stadio della Roma. In particolare, i pubblici ministeri titolari dell’indagine stanno ripercorrendo a ritroso le tappe che hanno portato il 22 dicembre 2014 l’Assemblea capitolina ad approvare la delibera che prevede il riconoscimento di pubblico interesse dell’impianto sportivo nell’area di Tor di Valle. Delibera fortemente voluta dal sindaco Marino, presente in aula al momento della votazione finale. Il percorso amministrativo in realtà non si è ancora concluso, perché il progetto è passato il 21 luglio al vaglio della Regione Lazio, che per legge ha la competenza per l’ok definitivo.

MANCA LA VARIANTE – Lo scorso giugno, mentre James Pallotta e il costruttore Luca Parnasi presentavano alla stampa il plastico del nuovo stadio, i consiglieri capitolini del gruppo M5S guidati da Daniele Frongia presentavano un’interrogazione urgente a risposta scritta al sindaco Marino e all’assessore all’urbanistica Giovanni Caudo. In particolare, in merito alla famosa delibera di pubblica utilità approvata dall’aula Giulia Cesare il 22 dicembre, hanno chiesto di sapere «se sia vero che con tale delibera Roma Capitale riconosca alla proprietà una cubatura di circa 300 mila metri cubi calcolata non sulla destinazione effettiva dell’area a verde privato attrezzato, quale era, ma su quella «parco a tema», quale mai è stata, che prevede una densità maggiore e concedendo, quindi, 100 mila metri cubi in più del dovuto». In pratica, il «surplus» di metri cubi concessi al costruttore sarebbe stato possibile sulla base di un indice massimo di edificabilità, già inserito nel Piano regolatore, ma calcolato sulla base della realizzazione di un parco a tema. In realtà, poi, invece del parco a tema, si è deciso di costruire uno stadio. E ancora, i consiglieri pentastellati hanno chiesto di sapere «se sia vero che con la procedura seguita da Roma Capitale non si sia provveduto a pubblicare la variante urbanistica e, quindi, non si sia potuto procedere in piena trasparenza, recependo le osservazioni dei cittadini». Tale variante, infatti, sarebbe dovuta passare prima dal Consiglio.

DENUNCIA RESIDENTI – Anche i residenti sono contrari a quella che ritengono una «speculazione». «Lo stadio, più i campi di allenamento – spiega il Comitato – occuperanno circa 49.000 metri quadrati, cioè solo un settimo della superficie interessata alla colossale operazione del «BusinessPark», che ammonta a 345.000 metri quadrati. Su questa superficie sono previsti 977.000 metri cubi di edificazioni a destinazione «direzionale» (tra cui tre grattacieli alti 220 metri) e un centro commerciale. Queste misure renderebbero palese che in realtà lo stadio è solo un pretesto, un «cavallo di Troia», per sfruttare la legge 147/2014 (cosiddetta «Norma sugli stadi») e ottenere il permesso per riversare in quell’area quasi un milione di metri cubi di cemento». Nel caso in cui l’indagine della procura dovesse verificare che la procedura amministrativa non ha seguito il percorso previsto per legge, c’è il rischio che venga ipotizzato il reato di abuso d’ufficio.

INCHIESTA PER BANCAROTTA – Molto più avanzata, anzi, a un passo dalla chiusura, è l’inchiesta che riguarda il filone sulla vendita del terreno dove prima sorgeva l’ippodromo Tor di Valle e dove ora verrà costruito lo stadio dell’As Roma. A breve dovrebbe essere notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari agli amministratori di Sais spa, la società che nell’aprile del 2012 ha ceduto l’area a Eurnova srl, del gruppo Parnasi, al prezzo di 42 milioni di euro.

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