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IL MESSAGGERO La Roma è in un vicolo Dzeko

Dzeko
Dzeko

(M. Ferretti) – Domanda angosciata di fine settembre: che fine ha fatto Dzeko? O meglio: che fine ha fatto lo spacca-porte seriale atteso da migliaia di persone a Fiumicino e capace di far innamorare l’Olimpico in due minuti? Quello che piazzando i gomiti in faccia a Chiellini per battere Buffon aveva infiammato la piazza romanista? Domenica scorsa l’hanno visto, con il volto triste, per una settantina di minuti in panchina, al fianco di Lobont e Gyomber; mercoledì sera, invece, l’hanno rintracciato a Marassi, in una zona lontana assai da casa sua, cioè dall’area di rigore avversaria. Più falso nueve che centravanti. Soprattutto nel primo tempo, il bosniaco ha stazionato spesso e volentieri lontano dal dischetto del rigore: ha giocato largo, più a sinistra che a destra (dove c’era Salah), alla ricerca di un pallone da trasformare in qualcosa di pericoloso per Viviano. Doveva fare il centravanti, tutto ha fatto tranne che il centravanti. Difficile, se non impossibile pensare che abbia seguito un’indicazione di Rudi Garcia: fosse vero, il francese sarebbe da cacciare senza lettera di preavviso; più giusto ipotizzare che, visto che al centro non arrivava un pallone decente, abbia scelto di testa sua di andare a cercare fortuna altrove. La Roma, ecco una tesi, non sa (ancora) giocare con un vero centravanti, e Dzeko ne soffre. Tanto. Edin ha caratteristiche chiare, qualità che avrebbero bisogno di un supporto preciso, di schemi atti ad esaltare la sua fisicità e anche la sua tecnica ma raramente si è vista la Roma giocare in funzione del suo centravanti. Che, in carriera, ha segnato quasi tutti i suoi gol dall’interno dell’area di rigore avversaria. Di testa o di piede, spesso colpendo di prima intenzione. Se, come accaduto a Genova (primo tempo, soprattutto) deve o è costretto ad indossare i panni dell’assist- man alla Roma viene a mancare il finalizzatore centrale. E, ne converrete, non è una gran trovata.

ZERO ISTRUZIONI La Roma non è strutturalmente abituata ad alzare il pallone, e va bene. Ma non è abituata neppure a sfruttare le palle inattive per esaltare le qualità di un saltatore come il bosniaco. Questo significa che c’è ancora molto da lavorare per sfruttare al meglio il più acclamato acquisto della passata estate. Nonostante tutto, Edin è stato, dopo Pjanic, il giallorosso più tiratore di Marassi (due conclusioni contro le 3 di Miralem) e ha fornito un assist. Non si segnalano altri spunti, se non le perplessità, manifestate ad alcuni compagni durante l’intervallo, sui movimenti da fare in occasione dei calci d’angolo, non trovando risposte certe ma soluzioni fai da te. Anzi, facciamo da noi per mancanza di istruzioni. Questo, arrivando a Roma, non se lo aspettava proprio

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