GAZZETTA DELLO SPORT La Roma è senza gioco? De Rossi con la Samp farà un passo indietro

De Rossi
De Rossi

(M. Cecchini) – Non è suonato l’allarme rosso, la barca non sta affondando e il «si salvi chi può» non è alle viste. Ma il pareggio interno della Roma col Sassuolo ha fatto già virare il barometro verso l’indicatore «bufera», anche perché la squadra di Di Francesco è apparsa a lungo padrona del gioco. A prendere le onde della critica dei tifosi in faccia, ovviamente, è stato il capitano della nave, Rudi Garcia, che però – come vedremo – vuole far capire come le colpe non siano tutte sue. Logico però che il turnover fin troppo massiccio abbia fatto perdere automatismi alla squadra sopratutto in difesa, che però è apparsa in crisi anche durante il possesso palla. Per questo, tutto lascia pensare che De Rossi domani a Genova contro la Sampdoria possa tornare in retroguardia, consentendo così ai giallorossi di impostare la manovra e non affidarsi solo ai lanci lunghi.

COME PIRLO? – Certo, se è vero che Rüdiger fisicamente è reduce da un lungo stop, i limiti tecnici sono apparsi enormi. Per questo, soprattutto nelle impostazioni su calcio piazzato, il pressing alto del Sassuolo è stato intelligentemente orientato a far sì che il tedesco gestisse la palla. Morale: proprio Rüdiger è stato il giallorosso che ha toccato più palloni di tutti, ben 89, esibendosi in 71 passaggi e 6 lanci (più di lui solo De Rossi). Garcia ha scoperto un nuovo Pirlo alla regia? Non proprio, solo una gestione della palla non all’altezza delle ambizioni. Non è un caso, forse, che la migliore partita della Roma in campionato sia stata quella contro la Juve, con De Rossi in retroguardia, anche se l’azzurro deve ancora metabolizzare tutti i meccanismi della difesa a quattro. Sullo «obbedisco» di Daniele, comunque, Garcia sa di poter contare in qualsiasi momento e lo stesso giallorosso è cosciente che con un arretramento di qualità può anche allungarsi la carriera, come sta succedendo a Mascherano nel Barcellona. D’altronde, tante delle «grandi» in Italia spesso scelgono di avere un centrale difensivo più votato alla marcatura e uno più alla impostazione (Bonucci nella Juve, Romagnoli nel Milan, Albiol nel Napoli, attualmente Medel e Ranocchia nell’Inter e così via), ma nella Roma, in attesa di Castan, né Manolas né Rüdiger possono svolgere quei compiti.

NORMAN NEL MIRINO – Ma è ovvio che non può essere solo la difesa il problema della Roma. Per questo a tutti è apparsa chiara la critica di Garcia al livello di preparazione di quelli che hanno fatto turnover. «Sul piano fisico è andato meglio chi ha giocato due partite di fila rispetto a chi è entrato fresco. Mancavano di ritmo partita. Va trovato in allenamento, non è possibile questo squilibrio sul piano fisico». Una frecciata al nuovo preparatore Darcy Norman, voluto da Pallotta (atteso la prossima settimana) dopo la giubilazione (con contratto in corso) di Rongoni, uomo di fiducia di Garcia? Da valutare.

FACCIA A FACCIA – Nel colloquio di ieri con la squadra, comunque, il francese non ha fatto drammi. «Non mi è piaciuto l’atteggiamento difensivo – ha detto – ma la partita non è da buttare, visto che nel secondo tempo ci è mancato solo il gol della vittoria». Concetti analoghi espressi anche alla dirigenza, che ha chiesto naturalmente conto di certe scelte.

ITURBE E TOTTI – Un paio di buone notizie comunque le lasciamo in coda: le scuse di Iturbe nello spogliatoio a tutta la squadra dopo la scena isterica al momento della sostituzione e gli auguri di tanti campioni (Del Piero, Zanetti etc.) a Totti per i 300 gol in giallorosso celebrati in uno speciale ieri su Roma Tv con commento di Carlo Verdone. Una gioia per gli occhi, anche se inevitabilmente non poteva essere una serata di troppi sorrisi.

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