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REPUBBLICA.IT Arriva l’occhio di falco, ma resta l’arbitro d’area

Gol Astori
Gol Astori

(F. Bianchi) – La Lega di serie A ha scelto: toccherà all’occhio di falco (hawk eye) il prossimo anno evitare tutte le polemiche che ci sono state sinora sui gol-fantasma. Il sistema è già in vigore in Premier League e sarà adottato, dalla prossima stagione, anche in Bundesliga. Ecco come funziona. La tecnologia prevede 7 telecamere per porta che registrano la posizione del pallone, segnalando all’arbitro quando supera la linea di porta. L’immagine della palla viene mostrata anche sul megaschermo dello stadio (e per questo la Lega cerca uno sponsor). Se la palla è entrata, il sistema manda un doppio messaggio (sonoro e visivo) in meno di un secondo all’orologio dell’arbitro. E’ ammesso un margine di errore di 1,5 centimetri in più in meno. Lo scorso anno, ai Mondiali del Brasile, la Fifa adottò il sistema “Goalcontrol 4 D”, che comunque è molto simile all’”occhio di falco”. La tecnologia può convivere con gli arbitri d’area (additional referee) e l’Aia di Marcello Nicchi sta studiando un sistema per continuare l’esperimento che costa circa 1,2 milioni all’anno e che ha convinto i club di serie A. Di calcio che cambia, e che si apre al progresso, si parlerà intanto mercoledì 11 marzo in una tavola rotonda organizzata dall’Università del Foro Italico di Roma: dopo il saluto del rettore, Fabio Pigozzi, interverranno Tavecchio, Uva, Abodi, Nicchi, Longhi e Nepi.

Il saluto romano allo stadio non è reato: una sentenza che fa discutere
Una sentenza che sicuramente farà discutere: in tribunale di Livorno ha stabilito che fare il saluto romano in un luogo pubblico, come ad esempio una manifestazione sportiva, non è reato (vedi www. iltirreno. it) . A patto-è spiegato- che gli autori non creino un pericolo pubblico e non vi sia, in quel gesto, una discriminazione razziale, religiosa oppure di nazionalità. La sentenza è stata emessa dal giudice del Tribunale di Livorno, Antonio Perrone, che ha assolto quattro ultrà del Verona accusati – si legge nel capo d’imputazione – “di aver compiuto manifestazioni esteriori usuali del disciolto partito fascista nell’eseguire il gesto del “saluto romano””. I fatti erano avvenuti il 3 dicembre 2011 all’Ardenza. Il pubblico ministero, in base alla legge Mancino, aveva chiesto al termine della sua requisitoria la condanna dei quattro imputati alla pena di due anni e due mesi di reclusione. Invece il tribunale ha assolto gli imputati con la formula del secondo comma (perché “manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato”).

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