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GAZZETTA.IT La Roma non sa più vincere. L’Empoli fa 1-1 e protesta

Infortunio Iturbe
Infortunio Iturbe

Quarto pareggio consecutivo, il sesto in otto partite. La Roma sembra evaporare piano piano, senza segnali di ripresa. E ora lo scudetto diventa quasi una chimera, molto meglio guardarsi alle spalle e pensare di difendere il secondo posto dall’imminente assalto del Napoli. Del resto, è vero che l’Empoli ha giocato una signora partita (considerando valori ed organico) fatta di voglia, gioco e intensità, ma una squadra che punta a vincere il tricolore non può continuare a girare a vuoto così come fa la squadra di Garcia oramai da un paio di mesi.

PASSAGGI A VUOTO — Garcia rilancia subito Keita, appena tornato dalla Coppa d’Africa dopo più di un mese, il che sa molto di bocciatura per Leandro Paredes. Sarri lascia invece fuori Tavano e inserisce Pucciarelli, affidandosi a Barba al posto dell’infortunati Tonelli. A sorpresa è però l’Empoli a giocare meglio, con Valdifiori a cercare sempre la profondità e Vecino e Saponara a dare qualità al palleggio toscano. Così dopo una staffilata da fuori di Keita (6′) è Pucciarelli a seminare il panico invano nell’area giallorossa. Il rovescio della medaglia del pressing alto dell’Empoli sono però gli spazi per le ripartenze della Roma, con Iturbe che da solo contro tre sfiora l’incrocio dei pali. Ma la partita dell’argentino dura solo 25′, costretto a lasciare il campo dopo un contasto con Hysaj. Allora Valdifiori mette in porta Maccarone (che spreca), mentre dall’altra parte Rugani salva su Florenzi. E al 36′ l’Empoli passa, con Hysaj che trova in verticale Saponara e Manolas che in recupero affossa il trequartista toscano davanti a De Sanctis. Fallo ingenuo, espulsione e rigore realizzato da Maccarone. In pieno recupero, arriva anche il rosso (per doppia ammonizione) di Saponara, anche se il tocco del secondo giallo è al limite tra il braccio e la spalla: proteste dei toscani.
RABBIA E RINCORSA — Tornati in parità numerica, si comincia a giocare a specchio, 4-3-2 da una parte e dall’altra, anche se Pucciarelli si abbassa spesso per dare una mano in fase difensiva. La fiammata iniziale della Roma si riduce a due tiri da fuori di Nainggolan e ad una protesta in area di Maicon (ma l’intervento di Maccarone è pulito). Al 12′ però la Roma pareggia, sull’ennesima azione mai conclusa Pjanic trova Maicon, il cui sinistro si insacca con Sepe che ci mettere una quaresima a scendere. Allora la Roma ritrova energia, soprattutto sulla scia di Nainggolan. La traversa nega il gol ad Astori di testa, si reclama un rigore a testa (presunto fallo di Yanga-Mbiwa su Pucciarelli, mani di Zielinski su punizione di Pjanic), poi lo stesso Pjanic colpisce a palla lontana Mario Rui e il portoghese poco dopo salva miracolosamente su Florenzi a botta sicura. Insomma, è saltato un po’ tutto: schemi, tempi di gioco e marcature. Si va avanti più di inerzia che di geometria, più di rabbia che di convinzione. Ma la partita oramai sfuma così, con la Roma che dà quasi l’addio al sogno scudetto.
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