ITALIA De Rossi e le 100 presenze: “Entro nella storia dell’Italia. Non è una cosa da tutti”

Daniele De Rossi
Daniele De Rossi

Gianluigi Buffon, Fabio Cannavaro, Paolo Maldini, Andrea Pirlo e Dino Zoff. E adesso anche Daniele De Rossi. A dieci anni dalla prima volta con la maglia dell’Italia, il centrocampista della Roma si appresta a tagliare il prestigioso traguardo delle cento presenze.

Lo ricorda come fosse ieri quel debutto a Palermo contro una Norvegia che passa subito in vantaggio rischiando di rovinare la ‘prima’ di Marcello Lippi sulla panchina azzurra. E’ proprio un suo gol a rimettere in piedi l’Italia che poi vince grazie a una rete di Luca Toni.

Da lì parte il cammino che porta all’apoteosi di Berlino del 2006. Un altro trionfo sarebbe potuto arrivare due anni fa a Kiev. Proprio quella è la partita che, potendo scegliere, De Rossi vorrebbe rigiocare. Ma non si può. E De Rossi è uno che bada al sodo: c’è solo un modo per dimenticare davvero quella finale persa malamente contro la Spagna: vincere UEFA EURO 2016.

La nuovo Italia di Antonio Conte è partita bene, con tre vittorie su tre nelle qualificazioni. Come valuti queste prestazioni?

C’era grande bisogno di partire così, con risultati positivi. C’era un’aria un po’ nuova, come succede quasi sempre quando si cambia allenatore. Abbiamo fatto male al Mondiale. C’era bisogno di dare gioco, c’era bisogno di trovare vittorie e punti che ci dessero un po’ di fiducia. Conte è un grande lavoratore. Si fatica molto sul campo, ma poi hai dei ritorni sia a livello tattico che a livello di approccio. Lui non è uno che dice una cosa e poi ne fa un’altra. Questa per un giocatore, ma penso per un uomo in generale, è una cosa molto importante”.

Adesso la sfida con la Croazia, che ha iniziato benissimo, con tre vittorie su tre come voi…

E’ una squadra fortissima. Anche loro al Mondiale sono usciti male secondo me. Erano i favoriti dopo il Brasile nel girone. Avranno anche loro una grande voglia di riscatto. Stanno facendo parlare di loro, stanno facendo grandissime cose. Hanno giocatori che vincono Champions come [Mario] Mandžukić o [Ivica] Olić. Altri molto forti come [Mateo Kovačić], che secondo me nel nostro ruolo è il più forte che c’è in Italia in questo momento. Quindi sarà una partita difficilissima”.

Per te la prossima partita sarà speciale, sarà la centesima in nazionale. Cosa provi?

Durante la partita sarò molto tranquillo perché cambia poco tra 99 e 100. Però credo che siano cose che apprezzerò moltissimo quando sarò più grande. Vedere questo numero, che spero non sarà 100 ma più grande, mi farà effetto. E’ qualcosa che rimarrà. Vedo i nomi che ci sono sulla famosa bacheca di Coverciano. I record-men di presenze e di gol, nomi di giocatori del 1938. Si resta su questa bacheca, si resta nella storia dell’Italia. Non è una cosa da tutti”.

Ricordi ancora la prima?

“Mi ricordo ancora la prima [a Palermo contro la Norvegia] e sarebbe stata una cosa singolare che se non fossi stato infortunato, avrei giocato anche la centesima a Palermo contro l’Azerbaigian. Lo stesso stadio della prima. Ricordo la tensione pre-gara. Forse non mi rendevo contro di cosa stessi facendo. Ero molto giovane, venivo dall’Under 21. Subito il debutto, subito dentro da titolare e subito ho segnato un gol. E’ stata una serata particolare. Nei giorni successivi si è parlato molto di me”.

La più bella in assoluto con la maglia azzurra?

La più bella in assoluto il 9 luglio del 2006. A Berlino. Sono entrato dopo 55/60 minuti e ho comunque giocato un’ora e passa della finale di Coppa del Mondo. Anche mettere il piede in campo per un minuto in quella partita sarebbe stato quello che tutti i giocatori sognano da inizio a fine carriera. Io ho avuto l’opportunità di farlo per un’ora confrontandomi con i giocatori più forti che c’erano al mondo. A fianco dei giocatori più forti che c’erano al mondo. Di segnare il rigore e vincere questa coppa che ancora adesso rappresenta un marchio che ci portiamo dietro”.

Se potessi rigiocarne una invece?

“Beh se potessi rigiocarne una, sarei combattuto. Sia quella contro gli Stati Uniti, nello stesso Mondiale quando ho dato una gomitata a Mc Bride saltando praticamente metà torneo. Però poi il Mondiale è andato così bene che forse non toccherei niente… Se dovessi rigiocarne una, allora forse rigiocherei la finale contro la Spagna a Kiev. Eravamo una squadra forte e avevamo giocato sempre a pari livello contro la Spagna, quella partita non ce la siamo giocata come potevamo e come dovevamo. Eravamo stanchissimi fisicamente in parecchi. E’ un grosso rammarico non aver potuto fare l’accoppiata Mondiale-Europeo”.

Credi che nel 2016 potrete essere competitivi a quei livelli?

Secondo me sì. L’Italia è sempre competitiva a livello europeo. Iniziare un Europeo dicendo che l’Italia non è competitiva significherebbe davvero aver fatto un disastro durante le qualificazioni. Però credo che questo progetto nuovo stia mettendo le basi per fare qualcosa di importante. E’ già nelle corde dell’Italia ma [questo progetto nuovo] può darci una spinta in più”.

Fonte: it.uefa.com

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