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AS ROMA Assedio cinese per Pallotta

Pallotta e Zanzi

Negli ultimi tre giorni non si parla d’altro nel mondo Roma. L’argomento del socio cinese che vuole acquistare quote Unicredit tiene banco. Si tratta ora di sapere solo quando avverrà la firma dei documenti.  Intanto Pallotta riflette sul caso di ricorrere al suo diritto di opzione ma anche a Pechino credono nella riuscita dell’affare.

Gli analisti finanziari non mancano di far notare come Pallotta, qualora gli risultasse sgradito l’ingresso del signor Chen Feng e della sua compagnia Hna da 58 miliardi di dollari, avrebbe un modo semplicissimo di impedirlo: appellarsi al suo diritto di opzione e acquistare in proprio le quote in possesso di Unicredit, allo stesso prezzo offerto dall’aspirante nuovo socio.

Questo potrebbe anche accadere qualora non si venisse a capo della questione fondamentale sul tappeto: chi comanda?

Ma questo è un futuro di cui non si può calcolare la distanza. Il presente del piano stilato da Unicredit e dagli uomini di Feng prevede il passaggio di mano di almeno il 20% delle azioni (Unicredit ne possiede il 31%) per una somma iniziale variabile tra 30 e 40 milioni. In seguito, ma solo in seguito, i cinesi verserebbero non più a Unicredit ma nelle casse della Neep, holding che controlla la Roma, altri 50 milioni. Così Pallotta rientrerebbe in possesso di 20-30 milioni dei 70 già stanziati per la realizzazione dell’aumento di capitale. E insieme sentirebbe allentarsi la sua presa sulla società, presa oggi ben salda.

L’affare dal punto di vista tecnico è tutto delineato. La banca d’affari Rothschild, mediatrice in questa trattativa a tre angoli, è in contatto con Morgan Stanley, che svolge analogo ruolo in nome e per conto degli americani. Ora, Morgan Stanley ha sì avuto mandato di cercare nuovi soci. Ma per la società As Roma Spv Llc che possiede il 60% della Neep, non direttamente per la Roma o per la stessa Neep.

Pallotta e i suoi soci americani stanno studiando con cura l’incartamento. Tutto vogliono, meno farsi sfilare di sotto il braccio la Roma. Ecco quindi che tra le varie ipotesi spunta anche il celebre diritto di opzione. Attivarlo però sarebbe contraddittorio con tutta la strategia societaria di Pallotta, fautore di alleanze forti, propugnatore della ricerca di investimenti freschi e possibilmente sostanziosi.

Fonte: Corriere dello Sport

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