5-5-5 L’ANALISI TATTICA L’importanza di Strootman e Gervinho

5-5-5 L’Analisi tattica

Sei vittorie consecutive nelle prime sei gare in Serie A non possono essere un caso; piuttosto sembrano essere frutto della maniacalità di Garcia, della sua attenzione ad ogni dettaglio. Ci sono stati giorni in cui va tutto male, e qui a Roma ne abbiamo vissuti diversi nelle precedenti due stagioni, e ci sono ora, grazie al tecnico francese, giorni in cui sembra di vedere una Roma incantevole, di cui è difficile analizzare la perfezione della tattica.

Si diceva che questa squadra cambiasse marcia solo nelle seconde frazioni di gara, così ha voluto stupire tutti proprio nella gara casalinga contro i ragazzi di Pioli. In ventisei minuti il risultato era fissato sul 3-0, con una facilità disarmante, e la gara si poteva già considerare chiusa. Non solo: la Roma non ha rallentato, la Roma non ha concesso né occasioni né campo agli avversari. Al contrario ha continuato a macinare gioco, a schiacciare gli avversari, trovando anche la quarta e la quinta segnatura, senza considerare le altre infinite occasioni avute.

De Sanctis, ancora una volta, ha vissuto una tranquilla domenica di calcio, osservando la gara senza mai esser chiamato in causa praticamente. Guida la difesa, la tiene sveglia strillando ad ogni compagno anche quando non serve; ma questi Benatia e Castan lo proteggono ricordando illustri predecessori. A ciò aggiungiamo che il goal al derby ha completamente rivitalizzato Balzaretti, ridonando alla compagine giallorossa un calciatore attentissimo anche in fase difensiva, capace di coprire diagonali da sinistra fino alla fascia opposta.

Questa settimana è doveroso analizzare l’importanza tattica di due calciatori arrivati in estate.

STROOTMAN. Non sono in molti, nella Capitale, ad aver capito l’importanza tattica del colosso olandese. Si può dire senza eccessivi problemi che un giocatore con questa intelligenza tattica alla Roma mancava dai tempi di Emerson. Riesce a tenere la squadra sempre corta, a dettare i tempi di gioco anche toccando meno di altri il pallone. Permette e Pjanic di giocare senza patemi difensivi, ed a De Rossi di sganciarsi anche dalla sua zona centrale, come accadeva negli anni spallettiani. Oltretutto ha portato i muscoli che mancavano al centrocampo; l’olandese picchia con il sorriso, interrompendo puntualmente le rapide ripartenze avversarie, senza mai dar però ai diretti concorrenti la possibilità di lamentarsi.

GERVINHO. Chi non ha criticato l’acquisto di questa punta esterna? Alzate la mano, e sarete considerati o bugiardi o folli. L’africano, però, sta smentendo gli scettici a suon di prestazioni. Il suo calcio non è fatto di giocate incantevoli, di suolate mancine, di piattoni a giro. Il suo calcio è fatto di concretezza, di botte di collo calciato sotto al sette, di incredibili accelerazioni, di sterzate eseguite ad una velocità imbarazzante, di ripiegamenti difensivi e, perché no, anche di qualche stop sbagliato, fatto che lo rende sicuramente più umano. La sua importanza è tutta nell’azione del 2-0: è lui a recuperare palla nella metacampo romanista, è lui a lanciarsi nello spazio per bruciare il diretto marcatore e segnare con un preciso rasoterra sul palo di Curci. Con la doppietta di ieri sono tre goal nelle ultime due gare: se il buongiorno si vede dal mattino…

A cura di Luca Fatiga

@LucaFatiga9

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