IL ROMANISTA Poca Roma, Rocchi salva il Milan

Perrotta

(V .Meta) – Senza gol e senza Europa. Finisce con un pareggio di negazioni l’ultima trasferta stagionale della Roma, che dopo aver strapazzato il Milan all’andata, non va oltre lo 0-0 a San Siro nonostante la superiorità numerica per cinquanta minuti. Serviva un miracolo per rientrare nella corsa quinto posto e adesso non serve più neanche quello: per prendere parte alla prossima edizione dell’Europa League la Roma dovrà vincere la Coppa Italia. Non va meglio al Milan, che rimanda l’aritmetica Champions restando con due punti di vantaggio sulla Fiorentina. I risultati del pomeriggio lasciavano ben poco spazio alle speranze, ma l’impressione è che qualcosa in più si potesse fare, a cominciare dall’approccio. Andreazzoli cambia ancora modulo ripristinando la difesa a quattro, più adatta a contrastare il tridente di Allegri, in un 4-2- 3-1 improntato alla prudenza, con Perrotta preferito a Pjanic (non al meglio per un problema alla caviglia) in regia accanto a Bradley. A sinistra della trequarti torna titolare dopo un mese Marquinho, mentre in attacco è Osvaldo a vincere il ballottaggio con Destro. Per la sua ultima (stagionale?) a San Siro, Allegri conferma il modulo con Boateng all’ala destra e in difesa concede un turno di riposo ad Abate in favore di De Sciglio. Discreta partenza dei giallorossi, che si presentano al tiro per due volte nei primi sette minuti sempre con Marquinho, ma Abbiati non si lascia sorprendere dal sinistro del brasiliano. Non va meglio a Totti, che al quarto d’ora approfitta di un errore in appoggio di Constant e libera un esterno destro da fuori area, che esce di pochissimo sul primo palo.

La Roma non forza i ritmi, aspetta e riparte, al punto che in fase di non possesso il 4-2-3-1 diventa 4-4-1-1, e si affida alle accelerazioni di Lamela, che al 25’ mette una gran palla in area per Marquinho, Abbiati respinge. Il Milan si fa vedere dalle parti di Lobont per la prima volta soltanto al 26’, quando Muntari prova una soluzione da fuori area, e poi con più convinzione alla mezz’ora: De Sciglio salta netto Dodò, scivola ma si rimette in piedi e crossa al centro per Boateng, Lobont chiude in due tempi. Sul rovesciamento di fronte, altro destro dal limite di Totti, altra risposta di Abbiati. Quattro minuti prima dell’intervallo l’episodio che potrebbe cambiare le sorti della gara, il rosso diretto a Muntari per proteste che lascia il Milan in dieci. Solo che l’inferiorità numerica si rivela benefica per i rossoneri, perché Allegri manda Boateng a fare l’interno sinistro a centrocampo e il Milan chiude in attacco, con un bel colpo di testa in tuffo di El Shaarawy, palla deviata in angolo. La ripresa si apre sui due minuti di sospensione con cui l’arbitro Rocchi risponde ai buu rivolti a Balotelli dal settore ospiti, decisione seguita a due avvisi dello speaker. Quando si ricomincia è sempre il Milan a dare l’impressione di avere il controllo del gioco, Balotelli ci prova su punizione ma non è serata, così al quarto d’ora ci vuole un’invenzione di Totti per mettere Marquinho davanti al portiere, la sua conclusione scavalca Abbiati ma viene intercettata e spazzata via da Mexes a pochi centrimetri dalla linea di porta. Andreazzoli mischia le carte inserendo Pjanic per Perrotta e poi Florenzi per Marquinho, ma il bosniaco è lontano dalla condizione migliore sia sul piano fisico sia su quello della lucidità, a centrocampo è Bradley a correre e recuperare per tutti e dove non arriva lui, il Milan fa male. O almeno ci prova, perché per due volte Flamini calcia addosso a Lobont su invito di Balotelli, prima che Constant stenda in area Lamela senza solo dopo essere intervenuto sulla palla, senza che Rocchi fischi un rigore piuttosto evidente. Nel finale Allegri butta dentro Pazzini e Andreazzoli Destro, ma la cosa migliore la fa Dodò con un bel sinistro d’esterno dal limite dell’area che esce di un soffio. Nel recupero arriva il rosso diretto a Totti per una manata a Mexes: il capitano salterà il Napoli e sarà difficile trovare qualcuno che non pensi sia meglio così.

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