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GAZZETTA DELLO SPORT Mica tanto Allegri

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

(A. Bocci) – I dubbi si addensano come nuvoloni. Con o senza terzo posto, con o senza prolungamento di contratto, con o senza altre panchine che lo attendono. In questo momento non ci sono trattative (e non potrebbero esserci, visto che è legato a un club) o prospettive. C’è soltanto il malessere profondo di Massimiliano Allegri. Un malessere che la certezza dei playoff di Champions League e l’eventuale rinnovata fiducia di Silvio Berlusconi potrebbero forse lenire. O forse no.

Ambizioni e problemi Il futuro della panchina del Milan non è chiarissimo. Ieri c’è stata una lunga riunione a San Siro alla quale erano presenti Galliani, Allegri, Barbara Berlusconi e tanti altri dirigenti del Milan.Unariunione nella quale sono state ribadite le linee guida di austerità, la necessità di mantenere il bilancio in pareggio, la volontà di puntare sempre di più sul settore giovanile. Tutte cose belle, se non fosse che è stato anche ribadito ad Allegri più volte che il terzo posto è obbligatorio, e che i programmi per il futuro prevedono insomma grandi ambizioni,maforse non grandi acquisti.  E Allegri, che già da tempo covava le sue incertezze, ha sentito la necessità di spiegare alcune cose ai vertici del Milan. È tornato a casa alla fine della riunione con Galliani e Braida, ed è probabile che sia entrato nei dettagli del personale malumore.

Scogli e paletti Un malumore che non significa necessariamente divorzio, ma esprime le difficoltà attuali e le perplessità per la prossima stagione: in questo momento Allegri non ha la forza contrattuale di Conte, eppure la prospettiva di un anno sabbatico passato sugli scogli di Livorno, come disse per scherzo dopo il pareggio con la Roma, non è così campata per aria. Allegri ha fatto il tecnico fachiro per tutti questi mesi, ma non ha più voglia di fare eventualmente da capro espiatorio. La società probabilmente considera il Milan un’ottima squadra che con un paio di ritocchi potrebbe lottare per lo scudetto, e il parere di Allegri è essenzialmente diverso. Serve molto di più, soprattutto non si possono riporre speranze e ambizioni eccessive sulle spalle di giocatori giovani che hanno reso più del previsto nella stagione che sta per finire, ma non tutte le annate sono uguali. Insomma, Allegri si accinge a mettere paletti.Comeha fatto Conte, anche se lui non ha lo stesso numero di successi in bacheca.

Atteggiamenti sbagliati Il clima degli ultimi tempi a Milanello ha rafforzato il malumore del tecnico, che si è accorto di non avere una truppa sufficientemente agguerrita, o comunque che non tutti i suoi soldati sono pronti a lottare come lui vorrebbe. C’è una certa mollezza in qualcuno che ad Allegri non piace, e che l’allenatore aveva già notato in qualche partita. L’idea di creare una filiera completa è ottima, perché permetterebbe di avere in futuro giocatori magari giovani, ma cresciuti con lo spirito giusto, e abituati agli standard che il Milan richiede. Però il presente e il futuro sono già oggi: passano per il campo di Siena e per le pressioni che accompagneranno la squadra prima e dopo la partita. Il futuro va costruito su patti chiari: Allegri non è disposto a guidare una squadra che non è attrezzata per gli obiettivi che la proprietà tradizionalmente richiede ai suoi calciatori e ai suoi allenatori. Lunedì, a mente fredda, Allegri e Galliani tireranno le ultime somme. Ora più che mai è chiaro che la fiducia del presidente per il tecnico, a lungo richiesta dall’ amministratore delegato, non è più l’unico punto in discussione e il sigillo finale su una nuova scrittura. Allegri non punta soltanto ad avere un anno di contratto in più: soldi e certezza del posto di lavoro (una certezza peraltro irraggiungibile, visto che ogni cosa è legata ai risultati) non sono tutto quello che chiede. E ieri sera, tanto per cambiare, Berlusconi avrebbe fatto un’altra battuta sul tecnico, rispondendo a un cronista romano: «Allegri verrà alla Roma. L’annuncio dopo la partita con il Siena ». Nuvoloni si addensano. E malumori

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