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KANSAS CITY 1927 “90 sfumature de paura” (Roma-Udinese 2-3)

Roma-Udinese

1) Fa freddo stamattina, ammazza, meno de ieri, ma molto più de l’altroieri.

2) Che poi l’avevamo detto che sto callo non sarebbe durato pe sempre.

3) Per quanto, pure sto freddo, capace che dopo mpo stucca.

4) E però l’artra sera eravamo proprio tonici, che quanno er freddo ariva e se pia Roma, in quarche modo devi reagì.

5) E però la prima reazione aveva fatto diventà er freddo de ghiaccio, perché quando la retorica e un minimo de civirtà te ricordano che dovresti fa lo sforzo de sta zitto un minuto pe ricordà uno che è morto in guera e in generale che c’è chi more in guera, non è che te devono sta simpatiche le divise, non è che devi sposà la causa, non è che devi pe forza applaudì. Te ne poi pure solo sta bono pe un minuto.

6) Invece gnente, nun je se la fa.

7) E pensi a che mestiere de merda deve esse davero quello che t’ha dato la disoccupazione o il destino o il libero arbitrio pe finì ammazzato da vivo in Afghanistan e insultato da morto prima de Roma-Udinese.

8) E però non fai in tempo a guardà la curva tua bella quando se fa brutta che na stereofonia non richiesta in arivo da quella opposta te fa capì che ar peggio non c’è fine se proprio de 28 ottobre, e proprio in un minuto de silenzio, a più de quarcuno je viè voja de urlà Lazio merda.

9) Pe fortuna un minuto dura solo 60 secondi.

10) E pe fortuna che gli acciaccati avevano recuperato tutti tranne er Cigno sbilenco, e però la cosa c’aveva procurato quasi un sadico piacere, così vedevamo Dodò sceso dar lettino der fisioterapista a sgambettà sur prato verde davanti a noi proprio come fosse un giocatore de carcio comprato apposta pe fallo uscì un giorno dar buffering de Youtube.

11) “Dodò pare Ninetto Davoli ar derby der core”, ha detto namico in vena de pasolinizzazioni.

12) Che poi co Dodò in campo invecchia tutto de conseguenza. Lamela pare nuniversitario fori corso, Marcos uno co na quarantina de sparatorie in più sur curiculum, Taccidis un centrale de centrocampo lento e goffo ma d’esperienza, Florenzi un panchinaro tipo zio Perotta e zio Perotta pare sempre zio Perotta, nun invecchia mai.

13) “Perché quello gioca sempre?”, chiedeva intanto Marquinho guardando la Cosa greca installata in mezzo ar campo.

“Because yes!”, ripondeva serio e seriale er Lucido Bradley.

“Beacuse yes non è una risposta”, argomentava studioso Aquistinho.

“Because yes è una fottutissima cazzo di risposta! Se voi signorine finirete questo corso e sopravviverete all’addestramento sarete un’arma e pregherete per combattere. Ma fino a quel giorno siete la più bassa forma di vita che ci sia nel campionato di serie A Tim! pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda!”, sintetizzava Sturmentruppen Florenzi guardando co nocchio Bradley, Perotta e Marquinho e coll’artro er Santone che scatarrando mocciolo annuiva orgojone.

“Good boy”, annotava er Lucido mentre Zio Perotta ascoltava Amii Stewart in un residuato di walkman Sony, Marquinho tremava come na busta vòta e er Malincosniaco, posizionato in campo sula sinistra, subiva tutta la pressione de cui non aveva bisogno.

“Qui vige l’uguaglianza, non conta un cazzo nessuno! I miei ordini sono quelli di scremare tutti quelli che non hanno le palle necessarie per servire il mio beneamato Capo!”, urlava in trance agonistica da fermo Sturmentruppen.

“I scream, you scream, we all scream for an ice cream”, mumblava er Lucido mentre la partita iniziava.

14) E noi, ebbri e paghi de ricambio generazionale ma impreparati a quello de stagione, se semo ritrovati all’improvviso zippati nele giacche a vento ammuffite, desiderosi de scallasse, grazie ala Roma, pensampo.

15) E però eravamo pure pronti ar peggio, a sto giro nun c’avrebbero fregato, che i difetti nostra ormai li conoscevamo, e er problema era resiste resiste resiste i primi 20 minuti, superati i quali il resto sarebbe stato de conseguenza. E invece.

16) E invece semo stati pirotecnici, roba da non crede ala bellezza, roba che parevamo er Pescara de Zema uguale uguale ma molto più giovane.

17) E invece semo stati tonici e fotonici ar punto de sperà che fosse er giorno bono che nse diventava catatonici.

18) roba che se stava a spigne e a core e a passasse la palla e a fomentasse noi e loro.

19) “Aò a Lamè ma o vedi quanto semo zemagnani? Lo avverti quello spirito libero che contraddistingue le visioni der Boemo?” “Sì sì me sento na cifra contraddistinto, guardame Capocciò, manco sto a sudà, coro pe ipnosi e pe vocazione, nc’ho manco i consueti problemi de colatura de gel sua fronte, too dico oggi sto carico”.

20) In effetti Ladolescente stava carico.

21) E quando Nadolescente sta carico nte devi mai mette tra lui e la sua preda, che quello pur de trovà un buco non guarda in faccia a nessuno, ce deve entrà tosto tosto, senza preliminari.

22) Enfatti quando ormai la palla sembra sprecata, mpo ala Gerolin, mpo ala Candela, quello er buco lo trova e ce la ficca;

23) “Aò ha segnato cor bug! Too ricordi quando a Pes se segnava de lato?” rimembra namico nostargico de narcaica programmazione Konami.

24) Che c’erano quelli che poi te dicevano “Dai non è giusto, scansate, famme segnà” e je se rispondeva “A me me pare proprio che è passata a fil di palo” e se spigneva STARTSTARTSTART pe levà i replay.

25) Perchè comunque già da piccoli mai schiavi del risultato. Pare vero.

26) Che poi te credo che venivano a cazzo i giochi, je fai fa er carcio ai giapponesi.

27) E’ come se a noi ce dici “Fai un gioco de Sumo”. Nulle so le regole, me fermo ar folklore, ar pannolone. Eventuarmente ar sushi, ma già vado fori tema.

28) Il tutto senza dimenticasse mai che c’è stato nanno ndo semo stati tutti giapponesi, se chiamavamo tutti Hidetoshi e un portiere olandese ce fece vince no scudo.

29) Comunque invece Lamela e regole e sa e l’ha fatta passà dala parte giusta, e a chi dice che è na mezza cazzata der portiere noi nullo stamo a sentì, che mo non è che se li fa Messi devono andà su “Best goal ever I say you stop yourself and look how it’s the best foreverendeve” e se li fa er Coco nostro deve esse culo.

30) E non c’è manco er tempo de decide in che posizione dela compilation dar titolo discutibile posizionà er primo gò che quello te ne fa nantro.

31) Na doppietta all’Olimpico. Su assist de Osvardo. Che na doppietta all’Olimpico non l’ha mai fatta. Roba da rischià de compromette pe sempre l’assetto maxillofacciale.

32) “Osvà too ggiuro è stato un malinteso, a volevo mette fori…no! taa volevo ridà a te, volevo fa a torre no look, na cosa strana che ho visto fa a Neymar su dailymotion, ma o sai che de testa so na pippa, hai visto prima che me so magnato?”

33) Ma quello soo guarda contento, nun je ne frega gnente, pure perché pure lui se ne è appena magnato uno tale e quale, e oggi se vede che è la festa der purcino, mpo per uno non fa male a nessuno soprattutto perché chi ben comincia è a metà dell’opera e nun po esse che ala fine i cocci siano i sua.

34) Che poi, a dilla tutta, se segna uno dei più piccoli è, tanto pe cambià, perchè er vecchio leone c’ha messo la zampata in tutte e due le azioni, ma no na zampata de testimonianza, proprio na mezza sbranata de quelle che te squarciano le difese. Prassi capitana.

35) Dodò Riccetto Rigazzo De Vita, è bello da vedé, pare la pubblicità de no shampoo ner bosco. Co la metà dei gradoni sule spalle fatti co na gamba sola, Riccetto pare che vola, e quanno accelera gli infortunati sembrano l’artri, non je sta dietro nessuno, se perde i follower pe strada.Facile fa er follower de José Angel.

36) E comunque stavamo a vince duazzero, noi, no l’artri, noi in quanto noi, come Corbo Logna.

37) Che è stata na pazzia, namnesia, nidiozia, nsuicidio, nharakiri iripetibbile.

38) O così pensavamo che fosse.

39) Poro Franco, tempo de evita un gò già mezzo fatto avventandose sui piedi der Nano Maledetto, manco er tempo de sentì l’incoraggiamento dela curva pe un portiere amico ritrovato, che è ora de piallo davero er gò.

40) Punizione, tore no look de Osvardo, gò de Domizzi.

41) Arzi la mano chi ha visto subito che l’assist jera partito pe sbajo ar Cipolla e non ha sbraitato pe 5 minuti che era forigioco.

42) “Ah! AH! Guarda ste merde! Mica o fanno bene il replay!”

43) Evabbè. Dueauno. Ma non è tanto er gò in sé. Non è manco tanto che te l’ha fatto Domizzi, che pe quanto lo spizzi e t’encazzi continui ar massimo a pensà a Tony Tammaro e a Patrizia reginetta de tutta l’omonima Baia. E’ che ricomincia a succede quello che sapemo tutti che sta pe succede.

44) Smettemo de giocà.

45) O meglio: cominciano loro. E basta già la fine der primo tempo, bastano quei dieci minuti pe capì dolorosamente che i canonici venti minuti iniziali de dolore co noi ponno esse basculanti, ponno arivà subito, ma pure dopo, comunque arivano. E ponno durà molto, molto de più de 20 minuti.

46) Se er primo tempo lo finimo in vantaggio è solo perchè sto sport prevede l’intervallo.

47) Un atavico “che cojoni” se propaga dai nostri avi e se incarna in noi tutti.

48) Ma no dall’antenati, proprio dai .avi ner senso de filmati de highlights che se riguardamo tra un tempo e l’altro a casa o sur telefonino.

49) Qualcuno lo pensa ma non s’azzarda, altri ormai c’hanno er callo pure sula scaramanzia e senza timore sentenziano co un che de dantesco: “Per me se fa la fine der sorcio, per me se fa la fine de Corbologna”.

50) “Ao emmadonna, c’è tutto un tempo da giocà!” se incazzano gli ottimisti.

51) “Appunto”.

52) Enfatti bastano 5 minuti che pare che i 15 de pausa nce so mai stati.

53) Riuscimo a pià er gò de piroetta, roba che solo noi e quarche pippa da campionato neozelandese bona pe la colonna de repubblica.it

54) “E ia Stechè GUARDA LA FOTOGALLERY, ahahah” lo cojona Di Natale mentre se ne va a festeggià mpareggio che mezzora fa chi se lo sarebbe mai creso.

55) Che poi, incancreniti pe sempre e ogni giorno co na ragione nova de livore antijuventino, eravamo tutti convinti che er gò portasse nandicap de armeno quattro metri de forigioco, forse pure cinque, roba che a Capitan Depresso nun je bastava l’apertura alare dela manica monca e de quella sana pe spiegallo ar guardaligne ostile.

56) Er fatto è che Poropiris che paraguagio guagio coreva a chiappe strette dimentico de parà guai, tranne er guardaligne de cui sopra null’aveva visto nessuno.

57) Ragion per cui, mentre smadonnamo ar freddo, ariva l’sms da casa: è gò, regolare, com’era comunque regolare che presto o tardi l’avremmo piato.

58) Che poi pe noi nun è mai tardi pe pià ngò, qualunque sia er minuto, è sempre presto. Tempo pe pianne nartro se trova.

59) Intanto cominciava a piove a vento, de un vento pieno de nodi che venivano ar pettine e de acqua che ce fracicava pure da coperti ner senso der vestito, che in campo de coprisse ncè mai verso, manco d’inverno.

60) “Ah, meno male che mo famo o ssadio novo, coperto coperto, no coperto come questo”, se ritrovano a dì i più architetti de noi cercando de distoje l’attenzione dar destino cinico, baro e friulano che incombeva.

61) E appena è stato tempo de bufera Sturmentruppen ha messo le grandi recchie fori dai sacchi de sabbia dela panca e è sceso in campo, er pubblico ha esurtato ala vista der top gun top player, e er Malincosniaco è uscito sgrullando er capoccione.

62) Pe nattimo amo pensato che er cursore intermedio zemagnano ideale dovrebbe esse nincrocio tra Florenzi e Pjanic. Dopodiché, visualizzate na capoccia enorme co du recchie enormi amo pensato che no, nfa gnente, va bene così.

63) Capitan Depresso se deprimeva e coreva a vòto e pe quanto ce riprovasse non riusciva più a svarià ala come cazzo je pareva così bene come a Genova. Quella Cosa radicata tra i piedi, quella Cosa greca dar grande sopracciglio scorpito, quella Cosa che gioca sempre, con il sole o con il vento, qualunque sia er centrocampista che bussi ar convento der Santone, lo innervosiva.

64) La Cosa innervosiva in generale, per carità, però c’era forte l’impressione che sarebbe stato Capitan Anonimo pure se javesse giocato vicino Xavi.

65) La Cosa, tra le altre cose, s’innervosiva.

66) Pe nun parlà de Franco, che da solo a metà campo se sbracciava a richiamà la difesa sua che continuava imperterita a difenne tarmente arta da confondese co la difesa loro. Ma quelli gnente, restavano laggiù, nullo sentivano proprio, cosa che a Franco, se possibile, lo faceva incazzà pure de più.

67) E quando l’Aquistinho è entrato amo sperato nela busta.

68) E quando Destro è entrato amo sperato ner culo.

69) E pure se pe fa entrà Destro era dovuto uscì Ercapitano, speravamo che l’urtima luce de sta notte buia e tempestosa nun se spegnesse.

70) Invano.

71) Perché pure se la speranza è l’urtima a morì, chi ben comincia è a metà dell’opera e in medio stat virtus, comunque, er durcis è in fundo.

72) Perché comunque c’è un proverbio bono pe tutto.

73) Da cui se deduce che crede ai proverbi è na cazzata o comunque un lusso che nse potemo permette.

74) Certo, già de sicurezze ce navemo poche, levace pure i proverbi.

75) Ad ogni modo, er potere logora chi non ce l’ha, sostiene Andreotti, romanista tarmente stronzo e gobbo e potente da ribartà pure la fallacia dei proverbi artrui, a scapito nostro.

76) Noi che ner potere nostro non confidamo mai e dar potere artrui nun s’emancipamo mai.

77) Tipo er potere de dà un rigore.

78) Anzi no, tipo er potere de dì ar collega tuo titolare che core in campo e non pia freddo come te che stai a fa er palo vicino ar palo, che quello che pe lui non era rigore, pe te che a norma de logica non dovresti contà un cazzo è rigore. E quello te dà retta.

79) Già sostené Pereyra non è mai stato facile, co sto vento diventava impossibile. Mettice pure che er Castagna è persona colta e sensibile che come pensa a un romanzo ambientato in Portogallo pensa subito ai colonizzatori, ncè stato ncazzo da fa.

80) Rigore pe loro, tira Di Natale.

81) Rigore pe loro, para Franco. “Para” per dire, per ipotesi.

82) Uno che non li sbaja mai contro uno che non li para mai. Eppure, siccome noi semo noi, ciavemo sperato lo stesso.

83) Invano.

84) Ciao. Pure cor cucchiaio. Ciaone proprio. Er cucchiaio. All’Olimpico. Corcapitano che guarda.

85) Che è mpo come se vai a core i 100 metri o a vende marjiuana in Jamaica. Ce devi avè le palle, e quello ce l’ha avute. Le nostre, ner mentre, s’erano gonfiate ar punto da non poté più girà.

86) A quer punto la Cosa era proprio na cifra nervosa. Mai quanto ce può rende nervosi a noi il suo esse titolare inamovibile, ma comunque parecchio nervosa, ar punto de sbroccà e piasse er primo vero applauso dell’anno. Quando è stato espurso, regalandoce la certezza de non vedello pe armeno na partita. A tanto semo arivati o cianno fatto arivà.

87) Certe vorte semo popo stronzi.

88) Poi ce sarebbero frattaje de partita da giocà, spiccetti de recupero, rivoli de tempo, ma nsuccede più gnente, tutto è compiuto, la messa è finita, andate in pace.

89) Ma trovà pace è sempre più difficile, sarebbe quasi impossibile, se nfosse che è ottobre, se nfosse che de sperà invano nun potemo smette già a ottobre, e se nfosse che è già vigilia.

90) Bell’infrasettimanale che non sei un artro, facce dimenticà in fretta, facce dimenticà tutto, oppure facce ricordà ancora più in fretta come se vince, o come non se perde da stronzi.

 

Fonte:  facebook,  kansas city 1927

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